Educare al servizio
Papa Francesco nella Fratelli Tutti ci dice che “un essere umano è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza 'se non attraverso un dono sincero di sé'”. Si raggiunge la propria pienezza sempre con gli altri, mettendosi al loro servizio, mai da soli. Il servizio è la forma assunta dalla solidarietà, intesa dal Papa come il “pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni”.
Il servizio, dunque, come strada per un’autentica esistenza, per allontanarci dall’individualismo e per tendere verso un mondo migliore, facendo la nostra parte, nella consapevolezza, ci dice sempre Papa Francesco, che “la pace reale e duratura è possibile solo 'a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana'”. Il servizio permette di accrescere la responsabilità civica, in quanto ci fa essere persone attive nella comunità, incontrandone i problemi reali e sperimentando la possibilità di trasformazione sociale. Fare servizio ci allena al dono gratuito di sé e dei propri talenti, nella consapevolezza che ognuno può fare la sua parte.
Come genitore e come docente mi sento chiamata in causa: quanto educhiamo al servizio e come educhiamo al servizio? Quanto aiutiamo ogni bambino, adolescente, giovane che incontriamo a mettersi al servizio degli altri? Quanto li sosteniamo nel cogliere i bisogni della nostra comunità e proviamo a dargli risposta? Mi viene un altro interrogativo: quanto noi adulti prestiamo servizio? E allora mi chiedo, come poterci educare ed educare gli altri al servizio? Certamente dobbiamo fare ed offrire esperienze significative, che sollecitano, interrogano, chiamano in causa e ti attivano, dobbiamo togliere il paraocchi e guardare chi ci sta accanto, accorgerci delle fragilità delle persone e delle situazioni, sentirci interpellati dall’altro e provare a chiederci cosa possiamo fare. Dobbiamo, in altri termini, prendere ed offrire opportunità. Certamente le giornate sono piene, faticose, ma il servizio, forse, potrebbe alleggerirle, ridandogli significato, riassegnando valori e priorità al nostro fare. Chiediamoci, dunque, cosa potremmo donare all’altro, ognuno con le proprie energie, competenze, storie. Inoltre, penso che si possano educare i giovani al servizio e al dono di sé, se ci si educa a fare strada con loro. Lo stile è quello dell’accompagnare, del mettersi a fianco, dell’esserci, del provare insieme. Già il camminare è servizio, è dono di sé all’altro, gratuito e libero.