Dopo Casellati, toccherà pure a Fico
Oltre a essere un popolo senza memoria, e forse senza capacità di guardare al futuro, abbiamo fatto di tutto perché lo spettacolo di questi giorni si realizzasse secondo un copione già scritto. L'editoriale del numero 16 di Voce
In questa crisi di governo, ancora una volta, ci stiamo dimenticando che siamo in una democrazia parlamentare. Politici e opinione pubblica si dilettano nella pantomima dei veti incrociati, del governa chi ha vinto e sta all’opposizione chi ha perso. Bene ha ricordato Mattarella: “Nessuno ha vinto, perché nessuno ha il 51% dei seggi in Parlamento” e tutti sono in partita. Pendiamo tutti dalle labbra dei presunti candidati premier, che appunto non hanno i numeri, e alzano l’asticella al ritmo del “portiamo gli avversari allo sfinimento. Prima o poi cederanno”.
Siamo senza memoria storica, anche recente! Abbiamo già dimenticato che abbiamo bocciato con un referendum (il 4 dicembre 2016) una riforma costituzionale che, al di là delle colpe o dei meriti di chi l’ha voluta e delle ragioni di chi l’ha osteggiata, avrebbe semplificato il sistema e dato un’impronta maggioritaria al ritmo delle istituzioni. Oggi forse avremmo un un vincitore e un governo in grado di lavorare per cinque anni.
Lacrime di coccodrillo!
Adesso la patata bollente dell’incarico esplorativo tocca al Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati. Proverà a indagare la consistenza di un possibile accordo M5S e Lega. Se fallirà, e lo sapremo presto, mi aspetto che Mattarella chiami il Presidente della Camera Roberto Fico per indagare un possibile accordo tra M5S e PD... e poi? Abbiamo finito le cariche istituzionali. Intanto i nuovi parlamentari si sono adattati alle poltrone e, col piffero, accetteranno di andare a nuove elezioni. Comincerà “la transumanza” e un governo di qualche colore nascerà... per il bene dell’Italia, naturalmente.
Sinceramente mi cadono le braccia. Oltre a essere un popolo senza memoria, e forse senza capacità di guardare al futuro, abbiamo fatto di tutto perché lo spettacolo di questi giorni si realizzasse secondo un copione già scritto. Non aver scelto di cambiare, oggi ci penalizza e se la classe politica che abbiamo espresso è l’immagine del Paese poveri noi! Saremo anche esasperati dai problemi della vita quotidiana, ma senza una politica “adulta” non andremo da nessuna parte.
Intanto vediamo solo capricci!