Don Angelo, un testimone
La dolorosa scomparsa di don Angelo Chiappa ci priva di un uomo e di un sacerdote che ha interpretato con intelligenza e generosità le istanze della fede cristiana e le indicazioni scaturite dal Concilio. Siamo più poveri oggi, senza la sua sorridente presenza di autentico uomo di magistero e di fede
La scomparsa di don Angelo Chiappa costituisce una perdita grave per la comunità, oltre che personale fonte di tristezza. Per don Angelo un cristiano era chiamato a una pratica di cittadinanza attiva, concreta e operosa, vera ragione della conoscenza, della stima e dell’affetto che mi hanno sempre legato a lui. Ed è stato don Angelo a farmi incontrare quella che sarà poi mia moglie, nell’ambito di uno dei tanti progetti e iniziative sociali che l’hanno visto promotore, ideatore e sostenitore. Don Angelo è stato uomo esperto di umanità, operante nel solco della dottrina sociale della Chiesa, in continuità con le storie e le vite di don Milani e don Mazzolari, suoi grandi riferimenti pastorali. Certamente lievito e ispirazione per molti giovani che hanno avuto la fortuna di entrare in contatto con la sua persona, di apprezzare le sue qualità umane, pastorali e culturali, di crescere al suo “laico magistero” educativo e formativo. Straordinaria la vicinanza al mondo della cooperazione e di Confcooperative Brescia in particolare, che ha sempre trovato in lui disponibilità e intelligente partecipazione. Pur avendo conosciuto la cooperazione con padre Ottorino Marcolini, è negli anni 70, come coordinatore della “Casa del fanciullo S. Giacinto” a Bogliaco, che inizia il cammino di prete instancabile stimolatore di impegno sociale e civile dei laici attraverso lo strumento cooperativo. La nascita e lo sviluppo della cooperazione sociale intreccia profondamente l’esperienza di Don Angelo e delle persone da lui coinvolte. Personalmente incontro Don Angelo successivamente, quando la cooperazione sociale era uno strumento conosciuto e apprezzato. Fra le sue rinnovate sfide la formazione delle nuove generazioni ed il lavoro. Creare e proporre occasioni lavorative, dando opportunità e dignità alle persone, specie ai giovani, era per lui un impegno a cui noi non potevamo sottrarci. La cooperazione bresciana deve quindi a lui profonda gratitudine per una radicata presenza che ha sempre saputo coniugare vita ecclesiale, attività di formazione ed educazione, proposta culturale, esempio civile, attitudine comunitaria. La dolorosa scomparsa di don Angelo ci priva di un uomo e di un sacerdote che ha interpretato con intelligenza e generosità le istanze della fede cristiana e le indicazioni scaturite dal Concilio. Siamo più poveri oggi, senza la sua sorridente presenza di autentico uomo di magistero e di fede.