Ditelo sui tetti
La settimana scorsa, presso l’Aula Magna della pontificia Università San Tommaso d’Aquino-Angelicum in Roma, oltre 70 associazioni no profit hanno presentato una Pubblica Agenda sussidiaria e condivisa -significativamente denominata “Ditelo sui tetti” (Matteo 10,27) -come contributo per un dialogo ed un confronto sulle questioni rilevanti all’esame delle istituzioni, Parlamento, Governo, donne e uomini della cultura. Un’Agenda che declina ragioni, priorità, proposte per favorire norme che tutelino e valorizzino uno sguardo integrale sull’uomo e non incrementino la cultura dello scarto di persone fragili , partendo dalla centralità della dignità umana.
Nel cambiamento d’epoca, che investe profondamente anche la società italiana, chiaramente evidenziato da Papa Francesco in più occasioni, i cattolici italiani sono chiamati ad esprimere un giudizio pubblico che renda esplicita la sfida antropologica che si svolge anche con le leve della politica, della legislazione e del diritto, ovvero quale idea di uomo sia contenuta e promossa.
La finalità dell’Agenda, perciò, è di aprire una discussione nel paese sui temi destinati ad incidere profondamente nella mentalità delle persone, con riferimento alla Costituzione, per ragionare e orientare le decisioni che portano a scelte normative.
In particolare, osservare unitariamente i fatti sociali e politici riguardanti temi quali: vita, famiglia, educazione e scuola, giovani, lavoro, welfare, attenzione ai più deboli.
Il partecipato e denso appuntamento si è articolato in oltre venti interventi tra relazioni e comunicazioni, sottolineando un passo diverso, nuovo rispetto alla semplice replica di schemi oggi superati, attivando uno spazio aperto di confronto accogliente, costruttivo.
Significativamente l’incontro è stato aperto dal saluto del cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza episcopale italiana che ha lanciato un appello affinché il mondo cattolico non rinunci a far sentire la propria voce nella società e nella politica, abitando la “città” e il cambiamento del tempo presente e delle sfide che lo caratterizzano; abbinando solidarietà e sussidiarietà; facendo procedere di pari passo di diritti e doveri.
Il Vangelo è ancora in grado di parlare all’essere umano? Una domanda cruciale soprattutto oggi, una domanda che pone un problema rilevantissimo in un mondo globalizzato e sempre più virtuale, dove ogni cosa è messa in discussione: dall’identità umana alla nozione stessa di realtà. Quale contributo può dare il Cristianesimo alla società odierna? Questi quesiti sono stati al centro dell’intervento del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che con la sua Lectio ha concluso i lavori.
Quali indicazioni ha suggerito? Siamo in presenza di un travaglio profondo che tocca le stesse radici dell’essere umano nelle sue dimensioni fondamentali, ne erode le categorie senza proporne di nuove, distrugge senza costruire nell’illusione di presentare come evoluzione un processo che al contrario impoverisce e indebolisce l’essere umano e pare abbia smesso di domandarsi chi sia. Per uscire da questa crisi epocale bisogna avere il coraggio di definire una agenda “di ispirazione cristiana“ per riscoprire l’uomo e il suo ruolo. Questa agenda deve essere fondata su tre pilastri: una ragione “allargata” agli interrogativi propriamente umani ( di senso, del dove e verso dove), la centralità della dignità umana e il valore della bellezza ( l’idea di uomo che il Cristianesimo annuncia e insegna), recuperando un pensiero, un ruolo della cultura che non siano il chiuso della autodeterminazione di ciascun essere umano, ma le parole fondanti una convivenza.
Ancora, far leva su queste caratteristiche, da parte del Cristianesimo, della Chiesa, dei cristiani per ispirare pensieri e opere nel contesto sociale, e così incidere non solo a livello privato, ma pubblico e politico, andando oltre il laicismo e recuperando una laicità “ autentica” per credenti e non credenti.
Concludendo, un forte incoraggiamento alle associazioni presenti , “dopo l’ arretramento negli ultimi vent’anni delle forze di ispirazione cristiana nella vita pubblica italiana a tutti i livelli - di cui il cardinale Parolin parla nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera lo stesso giorno - l’importanza di recuperare rilevanza nella società, con una presenza visibile, cui quella politica dovrebbe costituirne la conseguenza, altrimenti è come voler costruire un edificio senza fondamenta”.