Dio asciugherà le lacrime dei martiri
La Chiesa celebra la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, di quanti cioè lungo i secoli hanno immolato la vita
Una giornata di preghiera e digiuno per aiutarci a ricordare che il “martirio” (termine greco che significa “testimonianza”) è la vocazione di ogni battezzato, indipendentemente dalle modalità e circostanze che il Buon Dio propone a ciascuno di noi. Una giornata per domandare la grazia e la forza di essere testimoni coerenti di Gesù Cristo, soprattutto quando ciò può costarci caro, come sta accadendo ai nostri giorni, in vari Paesi, a tanti nostri fratelli cristiani fatti segno di una nuova pesante persecuzione. Una giornata per chiedere perdono delle nostre ambiguità e incoerenze di fede che, spesso, diventano occasione di scandalo (“inciampo”) per la fede dei più deboli. Una giornata per ringraziare Dio dei copiosi frutti spirituali che il sangue dei martiri di ogni tempo porta alla sua Chiesa, generando nuovi figli alla fede.
In questo giorno, preghiera e digiuno saranno i segni della nostra comunione con Dio, ma anche della comunione tra popolo e Pastori, una comunione cui parteciperanno anche i vescovi riuniti per il Consiglio permanente della Cei, che nel pomeriggio si ritroveranno per l'adorazione eucaristica.
Il sangue dei martiri continua ad essere sparso, ma “Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”(Apoc. 7,15-17). È questa l'eredità promessa ai martiri.