Decreto sicurezza: così non va bene
L'ex direttore dell'ufficio per i migranti contesta i contenuti del decreto Salvini approvato dal governo
Ho sempre pensato e scritto, e sono ancora dell’idea, che l’immigrazione vada regolamentata, perché non si può accogliere tutti e perché chi viene accolto deve avere la reale possibilità di integrarsi nella nostra società. Come missionario scalabriniano ho lavorato in Italia, sia a nord che a sud, e in Germania tra i nostri migranti, prevalentemente siciliani e pugliesi. Conosco il tema. Ma la chiusura degli ultimi tempi a ogni immigrazione e il costringere i più deboli a rimanere su una nave in attesa di qualche salvatore, mi ha lasciato molto perplesso.
Ora, le prime notizie sul “decreto sicurezza” mi fanno quasi vergognare di essere italiano. Se c’è un bisogno di sicurezza primario è quello di liberarsi dalle mafie, che, a nord e a sud, intimoriscono e impongono di cedere loro attività ben avviate; sicurezza è liberarsi dalle mafie che impediscono, a sud come a nord, di aprire attività, se non con l’obbligo di pagare il pizzo. Abbiamo bisogno di liberarci da quegli imprenditori, soprattutto al sud, che fanno firmare buste paga regolari, ma che contengono un salario dimezzato. Questa è la vera ricerca della sicurezza, perché liberata la gente da queste realtà forse non ci sarebbe bisogno del reddito di cittadinanza. Con questa impostazione anche il sì convinto dato dal socio di governo 5 Stelle al decreto Salvini sulla sicurezza avrebbe avuto un senso. Quanto a questo decreto, segnalo solo che la restrizione del permesso umanitario ci lascerà più clandestini in possesso del decreto di espulsione e dell’obbligo di lasciare il nostro Paese (a nuoto?). Quanto poi all’eliminazione dello Sprar (accoglienza diffusa nei Comuni), anche un cieco vede che l’alternativa va verso i centri di accoglienza sovraffollati e simili a campi di concentramento. Se molti hanno lucrato sull’accoglienza dei richiedenti asilo, questi non sono state le persone povere arrivate qui, ma enti ben precisi e ben individuabili, di nazionalità italiana. Il ministro Salvini si è detto favorevole a contributi al suo decreto: lo ritengo un uomo sincero e concreto. Convinto di non poter riscuotere l’evasione fiscale, in un’intervista a La7, ha proposto una soluzione concreta: piuttosto che non prendere niente facciamo una pace (condono) fiscale per chi ha evaso pur di introitare qualcosa, altrimenti lasciamo stare e perdiamo tutto.
Ed ecco la mia la proposta: se è vero che più nessuno entrerà in Italia, attuiamo l’espulsione di quanti hanno compiuto atti delittuosi o che risultano pericolosi terroristi e concediamo un permesso umanitario a tutti gli altri, in modo che possano trovare lavoro e vivere da uomini e donne in mezzo a noi, donne e uomini italiani.