Daranno ancora frutti...
Un tema decisamente poco affrontato, apparentemente marginale, ma fondamentale: religiose, religiosi e anzianità. L’età media si innalza sempre di più e la percentuale di anziani che abita la nostra società è in crescente ascesa. Eppure, anche questo è un tempo di rinascita, di fecondità, di una saggezza pacata, forse meno lucida o meno focosa di quella della giovinezza, ma non per quello priva di valore. Queste e molte altre tematiche vengono affrontate dagli autori del volume “Daranno ancora frutti. Religiose, religiosi e anzianità”, edito da Paoline. Hanno partecipato con riflessioni e testi: Azia Ciairano, religiosa della congregazione delle Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace; Caterina Cangià, figlia di Maria Ausiliatrice; Laura Invernizzi, ausiliaria diocesana; Luciano Sandrin, sacerdote camilliano, e Marco Trabucchi, psichiatra, con una prefazione del Card. João Braz de Aviz, Prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e la Società di vita apostolica. La fase di maturità che ben si sposa con la grazia di Dio permette di aver maggior tempo per interrogarsi sulla vita, su di sé, sul rapporto con la fede. Chi pensa, offre risposte. Chi non ha risposte, può offrire nuove domande, che altri prenderanno in carico e alle quali, in futuro, forse qualcuno potrà trovare risposta. Certo, l’anzianità non è solo pace, è anche fatica.
Una strada in salita confortata dalla fede, ma accompagnata dalla fragilità, dal desiderio e dalla difficoltà di tramandare quello che è conosciuto, anche di lasciare andare incarichi o ruoli che hanno definito in modo molto netto la vita. Ci vuole coraggio per accettare di non essere più necessari, che qualcuno dopo di noi prenderà il nostro posto e, in alcuni casi, riuscirà a svolgere, anche meglio, funzioni che sono rimaste a metà. Però, dall’altro lato, non essere più necessari in un contesto non significa non esserlo più in termini assoluti. Anzi, ogni persona è sempre strettamente e rigorosamente indispensabile, è preziosa e insostituibile. Senza le generazioni di religiose e religiose al tramonto non potrebbero mai sorgere quelle nuove. All’inizio del percorso è difficile “lasciare le reti”, abbandonare la propria famiglia, il proprio lavoro, durante l’anzianità si tratta invece di “tirare i remi in barca”, di fare i conti con il passato e di accompagnare altri verso il futuro. Grazie alla pluralità di competenze e itinerari tracciati dagli autori del libro è stato possibile raccogliere varie sfaccettature legate al tema dell’anzianità nella vita consacrata e proprio questa molteplicità, nell’unità dell’insieme, potrà donare al lettore prospettive inedite, domande, qualche piccola consolazione o punti di vista utili a rileggere la terza età in un percorso di conoscenza di sé tramite le storie altrui.