di GRAZIANO TARANTINI
24 apr 2015 00:00
Dar da mangiare agli affamati...
La prima opera di Misericordia corporale commentata da Graziano Tarantini
In questo secondo caso la strada è quella di una sempre maggiore cooperazione fra questi ultimi e le cosiddette food banks (tra cui cui spicca la Rete Banco Alimentare), gli enti caritativi (che hanno un contatto diretto con le persone indigenti), e le istituzioni (Camere di commercio, ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico). Tale collaborazione raggiunge già significativi risultati nel settore della trasformazione industriale e nei centri della grande distribuzione dove le eccedenze sono recuperabili con più facilità. Uno sforzo maggiore, non impossibile, va fatto verso la ristorazione collettiva, i negozi e le imprese agricole. Comunque è una sfida che può essere vinta solo attraverso un lavoro di quotidiana e paziente educazione. A poco servono i grandi proclami. Papa Francesco, lo scorso 20 novembre, alla Conferenza internazionale sulla nutrizione della Fao, parafrasando il “paradosso dell’abbondanza”, espressione usata da San Giovanni Paolo II nel 1992 alla Conferenza Plenaria della stessa organizzazione, ammoniva: “C’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso!
Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica. Questa è la prima sfida che bisogna superare”. Ricordava anche che l’affamato chiede la dignità, non l’elemosina. Per questo occorre un’educazione delle persone e di tutti gli attori del sistema alimentare a considerare il cibo come un dono, non solamente come un bene disponibile.
GRAZIANO TARANTINI
24 apr 2015 00:00