Crimini di guerra e armi a Israele
Attacchi illegali, compresi attacchi indiscriminati, che “devono essere indagati come crimini di guerra”. Lo riporta Amnesty International in riferimento ai devastanti bombardamenti delle forze militari israeliane alla Striscia di Gaza. Come Amnesty, anche gli esperti delle Nazioni Unite, dopo aver condannato inequivocabilmente la violenza mortale di Hamas contro i civili in Israele, denunciano gli attacchi violenti di Israele contro i civili palestinesi a Gaza. “Ciò equivale a una punizione collettiva”, scrivono gli esperti. “Non vi è alcuna giustificazione per la violenza che prende di mira indiscriminatamente civili innocenti, sia da parte di Hamas che delle forze israeliane. E’ assolutamente proibito dal diritto internazionale e costituisce un crimine di guerra”.
L’Unione europea, invece, attraverso il Consiglio europeo, ha prontamente condannato “con la massima fermezza” Hamas per i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati in Israele, ma continua a tacere sulla rappresaglia messa in atto dal governo israeliano: nel sottolineare con forza “il diritto di Israele di difendersi” solo un accenno per ricordare che deve essere “in linea con il diritto internazionale”.
Due pesi e due misure che non possono essere giustificati davanti al numero di vittime innocenti. Se l’azione terroristica attuata da Hamas dello scorso 7 ottobre ha causato più di 1.400 morti tra civili e militari israeliani, la risposta militare di Israele nella Striscia di Gaza riporta un numero ancor più sconvolgente: sarebbero già più di 8.000, tra cui 3.457 bambini, i morti causati dai bombardamenti israeliani.
Una devastazione di cui i governi dei maggiori paesi europei, continuando a fornire armi e sistemi militari a Israele, sono diretti complici. Come documentano i rapporti ufficiali dell’Ue, nel decennio tra il 2011 e il 2020 i paesi europei hanno autorizzato esportazioni militari a Israele per oltre 6 miliardi di euro. L’Italia dal 2012 ha fornito trenta caccia M-346, aerei sui quali si addestrano i piloti dell’aeronautica militare israeliana. Tra le esportazioni militari italiane degli ultimi cinque anni, del valore di quasi 100 milioni di euro, figurano obici, cannoni, mortai oltre a bombe e missili. Date le gravi violazioni del diritto umanitario, Amnesty ha chiesto agli alleati di Israele di imporre immediatamente un embargo sulle armi. La normativa europea e il Trattato sul commercio delle armi impongono di vietare – e di revocare – le esportazioni di armamenti quando possono essere utilizzati per “commettere o agevolare una grave violazione del diritto internazionale umanitario”. Perché l’Italia non si fa portavoce di queste istanze?