Costruire comunità
Bisogna pensare in modo nuovo il nostro modo di abitare i luoghi
La società in cui viviamo è segnata da profonde solitudini, che spesso portano all’isolamento personale e familiare, il quale ci fa percepire come delle monadi, incapaci di costruire e vivere relazioni. Sempre più persone segnalano di non avere nessuno a cui rivolgersi in caso di bisogno. Questo dato rivela che l’isolamento produce vulnerabilità, fragilità, disperazione.
Per superare tale difficile situazione risulta necessario sostenere la socialità e dare linfa alle reti comunitarie, animate da relazioni capaci di riconoscimento, confronto e condivisione con altri; va favorita la prossimità e la possibilità di ricostruire un “noi”.
La pandemia ci ha fornito un’importante lezione in questo senso: ha reso evidente come nessuno possa salvarsi da solo, ci ha incoraggiati a pensarci come appartenenti a una collettività, mostrando la nostra interconnessione. Durante i giorni del Covid sono emerse reti di vicinato, si è attivata solidarietà, ma dobbiamo riconoscere che quelle reti vanno coltivate, alimentate, rigenerate, altrimenti sono destinate a sfaldarsi.
Risulta importante, dunque, lavorare nei nostri contesti in un’ottica di comunità, suscitando e rinforzando i legami comunitari. Per farlo bisogna rimettere al centro i rapporti e le interdipendenze, riconoscendo, supportando e potenziando le reti informali, che sono l’insieme delle relazioni interpersonali, formate dai legami parentali, amicali, dal vicinato, il quartiere. È necessario favorire pratiche di conoscenza reciproca, mutualismo, prossimità, nella consapevolezza che l’autonomia e il benessere delle persone, le finalità dell’educazione, si sviluppano dall’incrocio tra le risorse personali e le opportunità del contesto. Creiamo contesti, dunque, in cui le persone possano sentirsi riconosciute, sostenute, che permettano di far emergere le potenzialità. Per fare ciò serve l’attivazione delle comunità, il coinvolgimento delle persone, il sostegno delle connessioni. Bisogna pensare in modo nuovo il nostro modo di abitare i luoghi, affinché non siano solo ambienti del fare, delle attività, ma contesti in cui sia possibile costruire relazioni, creare reti, provando a riconoscere ciò che già c’è, fungendo da lievito, affinché le tante realtà che compongono il nostro territorio, possano conoscersi, valorizzarsi e lavorare insieme, per costruire alleanze, piuttosto che incrementare la frammentazione.