di MASSIMO GANDOLFINI
23 apr 2015 00:00
Contro ogni negazionismo
"Mi domando - dice papa Francesco - se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione"
Ma la storia sta lì con tutta la sua inoppugnabile evidenza: gli anni ’50/’6o del secolo scorso ci consegnano pensieri e scritti con la firma di filosofi, antropologi, sessuologi, quali Kinsey, Money, Benjamin; gli anni ’70/’80 con Simone de Beauviour, Firestone, Wittig, Kristewa, Levi Strauss, Derrida, e gli anni ’90 con Butler, Rich, Fausto Sterling, Foucault, Haraway. Il filo rosso dell’ideologia, in buona sostanza, è il negazionismo: non esiste identità sessuata (il sesso è categoria biologica ininfluente, l’orientamento sessuale e la conseguente condotta sociale sono frutto di libera scelta), e non esiste legame fra sessuazione, personalità e genitorialità (la differenza genitoriale – nella complementarietà madre e padre – è un “eterosessismo normativo” che svilisce la libera scelta dell’individuo). Ancora una volta, è solo l’autodeterminazione che conta ed ha valore, sacrificando l’alto valore dell’autonomia sull’ara dell’arbitrio assoluto.
Sembra di sentir risuonare uno slogan caro al movimento hippies nel ’68: la fantasia al potere! Oggi si vuole che il “sesso fluido” – nuova categoria gender – diventi modello educativo per le nuove generazioni, su cui costruire percorsi di formazione alla sessualità nelle scuole della repubblica. Dai “salotti” dei filosofi, dalle nicchie di una lobby culturale circoscritta, si passa all’invasione della società, fino alla manipolazione di bimbi, adolescenti e giovani: questa è la strategia in atto e che il Papa ha condannato affermando che non si fa sperimentazione sui bambini: “Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Gli orrori della manipolazione educativa... con pretesa di modernità spingono i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del pensiero unico”.
MASSIMO GANDOLFINI
23 apr 2015 00:00