Concedersi...benessere
Romina e la malattia della madre. Romina deve difendere il suo benessere per se stessa, ma anche per la madre, perché il suo benessere si riverserà inesorabilmente anche nel come si prenderà cura della madre. Investire su se stessa è investire nella relazione di cura con la madre
Romina ha venticinque anni. Non ha un lavoro. Vive con la madre e durante il giorno si occupa quasi esclusivamente di lei, dato che è affetta da una malattia degenerativa e quindi gravemente disabile. Dato che Romina vive con la madre e non ha un lavoro, per i fratelli è scontato che sia lei a occuparsi della madre. E questo ragionamento e relativa assunzione di ruolo è stato scontato anche per Romina, dato che “non ha niente da fare”, anzi, “vive sulle spalle della madre”, cioè sui relativi contributi per l’invalidità. Ma questa assistenza quotidiana è veramente gravosa per Romina: deve assistere la madre in tutto, nell’igiene personale e in quasi tutte le attività della vita quotidiana, dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina. Gli altri fratelli l’aiutano un po’, ma nei ritagli di tempo e comunque non a sufficienza per far sentire Romina sgravata. Romina sta diventando sempre più impaziente con la madre perché non ce la fa più. Scatta per niente e riversa sulla madre una forte carica di aggressività verbale. Poi se ne pente e si sente molto in colpa, pensa : “ Non avrei dovuto…”.
È legittimo, sottoposta a carichi così gravosi, sbottare. Lo stress in lei ha raggiunto alti livelli. L’obiettivo primario non deve però essere quello di controllarsi, ma di prevenire quei comportamenti impulsivi. Come? Romina deve sentirsi legittimata a prendersi degli spazi per se stessa, a uscire di più di casa, a coltivare passioni, insomma, a riossigenarsi e ritrovare le energie per accudire la madre. I fratelli devono riconoscere a Romina queste esigenze e condividere, se non il tempo, l’impegno economico relativo a una persona, esterna alla famiglia, che aiuti Romina ad assistere la madre.
Oltretutto, il fatto di avere sempre disponibile, “a portata di mano” la figlia, porta la madre ad approfittarsene, nel senso di chiederle di fare cose che lei stessa, anche se con fatica, riuscirebbe ancora a fare. E questo è deleterio per lei perché l’uso delle abilità residue potrebbe rallentare il peggioramento motorio\cognitivo. Inoltre la madre ne beneficerebbe a livello di immagine di se stessa e quindi della sua autostima, già molto carente.
Romina deve difendere il suo benessere per se stessa, ma anche per la madre, perché il suo benessere si riverserà inesorabilmente anche nel come si prenderà cura della madre. Investire su se stessa è investire nella relazione di cura con la madre.