di GIANNI BORSA
30 giu 2016 00:00
Comunicazione. I “pugni” di Bud Spencer
La giustizia fatta in casa a suon di sberle e cazzotti in testa; l’appetito sempiterno acquietato con padellate di fagioli. Lo schierarsi dalla parte dei più deboli, fossero bambini soli, carovane di mormoni non violenti preda di banditi senza scrupoli, famiglie povere sulla strada per il West
La giustizia fatta in casa a suon di sberle e cazzotti in testa; l’appetito sempiterno acquietato con padellate di fagioli. Lo schierarsi dalla parte dei più deboli, fossero bambini soli, carovane di mormoni non violenti preda di banditi senza scrupoli, famiglie povere sulla strada per il West. Senza trascurare la difesa dell’ambiente e degli animali da predatori incalliti. Riusciva a schierarsi dalla parte giusta il Bud Spencer dello schermo, eroe buono e amato dai bambini, scomparso all’età di 86 anni. Con Terence Hill ha costituito una coppia cinematografica conosciuta nel mondo fra spaghetti-western rivisitati in vena comica e altri film popolari, “di botteghino”, eppure non banali, mai volgari, sempre orientati a trasmettere un messaggio sorridente. È il ritratto che emerge nei ricordi dei famigliari, degli amici e colleghi di Carlo Pedersoli napoletano di nascita e romano d’adozione, giramondo, campione di nuoto, compositore musicale. Una vita insieme alla moglie Maria Pia, 3 figli, 5 nipoti. Un nonno bonario che, ancora a 80 anni, sbriciolava una mela con una mano sola. Bud Spencer, tra gli artisti italiani più noti al mondo, è stato uno di quegli attori che vengono associati a un partner: con Mario Girotti, in arte Terence Hill, ha girato dal 1967 in poi ben 18 film, 16 da coppia protagonista, restando per sempre, in una parola sola, BudSpencer&TerenceHill. Quelli che risolvevano i problemi con scazzottate epiche – rigorosamente senza sangue –, gare di birre e salsicce e strani bofonchiamenti da uomini duri. Chi non ha visto, o sentito parlare, di “Lo chiamavano Trinità”, “Continuavano a chiamarlo Trinità”, “Più forte ragazzi”, “Altrimenti ci arrabbiamo”, “Io sto con gli ippopotami”, “Chi trova un amico trova un tesoro”? Spencer non si è esaurito lì: tra la sessantina di film cui ha lavorato, figurano le pellicole dirette da Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Luchino Visconti, Dino Risi, Dario Argento, Ermanno Olmi. E poi i film da protagonista, senza Terence Hill (amico anche nella vita), come la serie di Piedone e le serie televisive. Bud Spencer è stato, come amava dire, un “personaggio” prima che un attore. Una figura carica di simpatia e di eccessi senza per questo eccedere né andare sopra le righe. Un uomo che ha più volte ribadito, tra autobiografia (“Altrimenti mi arrabbio: la mia vita”) e interviste, che il successo è una “conquista fragile”, che nella vita servono il coraggio e il sacrificio (appresi dallo sport).
GIANNI BORSA
30 giu 2016 00:00