Comunicazione: cronache a colori alterni
Le cronache italiane, meglio se un po’ oscure, sono da tempo materia per le molte finestre televisive di infotainment che attingono a piene mani dal mondo dell’informazione per farne intrattenimento o addirittura spettacolo
Le cronache italiane, meglio se un po’ oscure, sono da tempo materia per le molte finestre televisive di infotainment che attingono a piene mani dal mondo dell’informazione per farne intrattenimento o addirittura spettacolo. Alla già fitta schiera di programmi del genere si è aggiunto “Bianco e Nero” (La7, lunedì ore 21.20), affidato alla conduzione di Luca Telese affiancato dalle giornaliste Francesca Lancini e Luisella Costamagna, insieme all’avvocato Giulia Bongiorno e all’investigatore Piero Provenzano, presidente del Comitato studi legislativi di Federpol, con Giuseppe Cruciani in collegamento a distanza. I colori del titolo fanno riferimento alla cronaca non solo “nera” ma anche “bianca”. A prevalere sono i toni forti, per una precisa scelta editoriale che il conduttore, parlando del programma, riassume così: “Violento e disordinato, come un film di Tarantino. Emotivo, come un film di Almodovar. Intelligente, come un film di Hitchcock”.
Le parole tradiscono la malcelata ambizione di lasciare un segno differente nel vasto panorama dei talk show di (presunto) approfondimento informativo, ma gli ascolti delle prime puntate non sembrano aver premiato questa nuova proposta. Forse perché poi tanto nuova non è, dato che riproduce il format di molte trasmissioni già in onda, semplicemente con qualche variazione sul tema in forza della presenza dei citati ospiti fissi. I contenuti sono alquanto trasversali e cercano di intercettare diverse fasce di pubblico, a beneficio dell’audience e, di conseguenza, degli investitori pubblicitari. Si punta al pubblico generalista curioso di sapere la verità sui casi ancora aperti, ma anche sulle signore attente alla cronaca rosa e sui signori appassionati di politica, senza trascurare generi trasversali.
Fra il bianco e il nero prevale il colore scuro della cronaca giudiziaria, sempre capace di attirare l’attenzione degli spettatori più per le modalità di narrazione che per i contenuti dei fatti raccontati. I bassi ascolti – intorno al 2% – non hanno finora premiato l’azzardo di Telese e dei suoi autori. Probabilmente gli spettatori ser(i)ali stanno attraversando una crisi di rigetto verso una lunga schiera di trasmissioni che, nonostante le intenzioni di chi le propone, finiscono per apparire sempre più autoreferenziali e sempre meno efficaci nel rendere conto di alcune parti della realtà in maniera oggettiva.