Competenze smarrite
L’Italia è un Paese fragile e questo lo sappiano, non da oggi. I rischi sono tutti ben noti. Che Venezia abbia il rischio dell’acqua alta o che Matera abbia il rischio di improvvise piene, sono tutte cose note
L’Italia è un Paese fragile e questo lo sappiano, non da oggi. I rischi sono tutti ben noti. Che Venezia abbia il rischio dell’acqua alta o che Matera abbia il rischio di improvvise piene, sono tutte cose note. A Matera in mezzo alla città c’era un fiume quindi è noto il fatto che la natura debba avere il suo corso. La cosa che sottovalutiamo sempre è la responsabilità della comunità, sia amministrativa che civile, cittadini, le associazioni, nel capire e prevenire questi rischi. Il lavoro che abbiamo fatto negli anni della protezione civile bresciana è stato proprio questo: coinvolgere a tutti i livelli la società in maniera che i rischi fossero conosciuti, studiati, affrontati e socializzati, resi noti a tutti in maniera che tutti sapessero come comportarsi.
Avevamo lavorato su le amministrazioni pubbliche attraverso la redazione dei piani comunali di protezione civile, che sono studi scientifici ma anche riflessioni amministrative su come affrontare i rischi. Avevamo lavorato sui cittadini attraverso l’educazione, le grandi campagne di percezione del rischio e quindi di consapevolezza che la natura non è mai malvagia ma si comporta in maniera molte volte prevedibile e abbiamo lavorato sulla pianificazione e sulla prevenzione. Ricordo la predisposizione di un sistema attraverso mezzi, dotazioni, formazioni e specializzazione per affrontare correttamente questi rischi. A me fa molta tristezza quando vedo i cittadini che si organizzano per affrontare le emergenze perché lo fanno in maniera disordinata, non preparata, rischiando loro stessi. In Italia c’era un sistema molto avanzato di protezione civile, con tanti gruppi, era un sistema nazionale che funzionava.
Purtroppo negli ultimi anni mi sembra che sia stato un po’ smembrato. Sicuramente la limitazione delle competenze delle province è stata una scelleratezza perché erano l’ambito giusto e corretto per affrontare questi problemi con adeguatezza di risorse, con la capacità di pianificare e una capacità amministrativa di vasta area. Era la provincia che aveva competenze sull’ambiente, sulle strade, sulle scuole, sui lavori pubblici. E la protezione civile raccordava tutto questo. Adesso le competenze sono passate ai vari ministeri. Questo è un grave problema in emergenza, perché quando non c’è chi coordina autorevolmente, ciascuno fa quello che ritiene più opportuno.