Come parlare della morte ai bambini?
È opportuno parlare della morte ai bambini? Come farlo? Quali parole usare? Questi sono alcuni interrogativi che, come adulti, ci poniamo quando ci troviamo a vivere l’esperienza della morte. Le domande dei bambini ci colgono impreparati, spesso non si sa quali risposte dare e, mossi dal desiderio di proteggerli, si fa ricorso a forme di evitamento, tutela e difesa. Agendo in questo modo, tuttavia, si sottovalutano le capacità e le competenze dei bambini, pensando erroneamente che non siano interessati al tema e che ne abbiano una comprensione limitata.
In realtà, i bambini sono incuriositi dalla morte e la conoscono, ne hanno sentito parlare nelle fiabe e l’hanno vista nei cartoni animati. I minori richiedono attenzione, ascolto e disponibilità a parlare di questi temi, che non possono essere rimossi o negati, in quanto fanno parte dell’esistenza umana e collettiva. Inoltre, i bambini percepiscono il dolore e la sofferenza che attraversa chi gli sta accanto, anche se questo attiva strategie di evitamento, prova a dissimulare, a non far vedere le proprie lacrime. Spesso ci si sente inadeguati, non all’altezza ad affrontare tali questioni, ma i possibili errori e le mancanze sono da preferire ai segreti, alle menzogne, che rischiano di lasciare i bambini disarmati di fronte agli eventi. L’uso di risposte evasive, infatti, aumenta in loro il senso di smarrimento.
Non si tratta di fare riflessioni e discussioni articolate e complesse: il dialogo può assumere le forme della comunicazione empatica, dei silenzi densi di significato, della vicinanza, delle frasi brevi. È opportuno, dunque, avviare con i bambini un confronto sereno e sincero, creare un contesto che faciliti la condivisione del dolore, che permetta di esprimere e manifestare la propria sofferenza, evitando il rischio dell’isolamento e della chiusura. In questo dialogo e comunicazione è opportuno considerare due criteri importanti: la verità e la gradualità. I bambini, dunque, hanno bisogno che sia raccontata loro la verità, che sarà comunicata in modo diverso a seconda dell’età, della maturazione cognitiva ed emotiva. L’adulto deve provare a filtrare e mediare la verità, adeguandola alla capacità di comprensione del bambino. In questo modo il dolore e la morte smettono di essere dei taboo e diventano oggetti di riflessione, su cui avviare un dialogo, che permette una rielaborazione delle emozioni ed una maggior accettazione delle situazioni difficili.