Coltivare la rete è indispensabile
La rete è un territorio da abitare o per utilizzare le parole di Domenico Geracitano, poliziotto e scrittore, è un territorio da coltivare. Ci siamo ritrovati tra le mani, forse anche inconsapevolmente, uno strumento (internet) che ci permette di accorciare le distanze e di fare molte cose. Ma molto spesso non sappiamo utilizzare queste potenzialità nel modo migliore. Se in questi anni nelle scuole c’è stato un positivo investimento di sensibilizzazione sul tema, non si può dire altrettanto per il mondo degli adulti, i più sprovveduti e impreparati di fronte all’era digitale. I genitori vengono spesso informati dei rischi ai quali vanno incontro i loro figli, ma non sono i destinatari principali di questi suggerimenti.
Basta scorrere i profili social o gli stati di whatsapp per capire che c’è un problema serio da affrontare. Le ricadute sono evidenti anche a livello sociale. Troppo livore, troppa tensione.
Non mancano, però, le occasioni e gli spazi per riflettere. L’ultima in ordine di tempo arriva proprio da Domenico Geracitano che nei giorni scorsi ha presentato la conferenza teatralizzata “Coltiv@rete” che prende le mosse dal suo ultimo libro.
Cresciuto come atleta e accolto nella famiglia della Polizia di Stato, racconta anche dell’incontro con padre Pino Puglisi che gli ha aperto gli occhi. Il titolo del testo, nelle intenzioni dell’autore, si presta a una duplice lettura: “Coltiva rete” o “coltivare te”. Musica e parole offrono una via da seguire. “Ognuno di noi – scrive Geracitano – deve essere un contadino della rete e deve saper seminare quel seme che porterà buoni frutti attraverso la giusta coltivazione degli spazi virtuali. È importante che la nostra identità digitale sia la sintesi efficace dei nostri valori”. Non è qualcosa d’altro. Solo così possiamo essere d’esempio anche alle nuove generazioni. Non smettiamo di interrogarci e non ritiriamoci, perché c’è un terreno ampio da arare.