Chiara Corbella e l'amore donato
Ogni anno, quando vivevo a Roma, il giorno dei Santi, visitavo il Cimitero Monumentale del Verano. Mi piaceva fermarmi davanti ad alcune tombe maestose, vere e proprie opere d’arte. Prima di uscire, però, cercavo la piccola tomba di una giovane donna, a cui affidare il mio cammino di fede. Chiara Corbella Petrillo (1984-2012) è una sposa e una mamma morta a 28 anni di tumore, un anno dopo la nascita del suo terzogenito Francesco. La sua storia è tanto straordinaria, quanto la sua vita è stata ordinaria. È riconosciuta Serva di Dio per aver dato alla luce e accompagnato con amore i primi ed ultimi istanti della vita terrena dei suoi due primi figli e per aver rinunciato a curarsi, perché Francesco nascesse sano. E poi la lotta contro il carcinoma, il Calvario e infine la morte. E una morte felice. Incredibile. Impossibile. A meno che non fosse una donna eccezionale, superdotata o particolarmente coraggiosa e dedita al martirio. E invece no. Niente di tutto questo, se non un’esperienza di fede molto comune, iniziata da bambina all’interno dei gruppi di preghiera del Rinnovamento nello Spirito.
Da qui il suo parlare con Gesù in modo semplice, delle cose di ogni giorno, come un amico parla ad un amico. Poi, crescendo, si accorge di aver bisogno di altro nutrimento e, con il suo fidanzato, lo trova ad Assisi, nella spiritualità francescana, che le offre anche la possibilità di un accompagnamento spirituale. Un cammino che esige impegno, fedeltà e la fatica di mettersi in discussione, a tratti non capire e addirittura arrabbiarsi con Dio. Non tutti sono disponibili ad intraprenderlo. Chiara sì. Perché lei con Dio fa sul serio. Qui impara a compiere quei “piccoli passi possibili” che saranno il suo cammino quotidiano. E qui scopre una grande verità, che applica al fidanzamento con Enrico: un affetto è veramente tuo, quando avrai la libertà di perderlo, perché ti accorgi che quello è un dono di Dio. Lei ancora non lo sa, ma quanto sarà importante questa scoperta nella sua vita! Si sposa e, con il marito, cerca altre strade per custodire il dono prezioso della fede. Gli incontri tenuti da don Fabio Rosini sono l’occasione giusta per tenere viva la sete di Dio. Un percorso ricco, di una rara bellezza e unicità. Io l’ho sperimentato. Un messaggio tra i tanti: saper individuare il bersaglio della propria vita, quella “cosa” che Dio ci ha promesso e per cui siamo nati. Io non so quale sia stato il bersaglio di Chiara, ma il suo morire “così” ci dice che l’ha trovato e centrato con precisione millimetrica. Una morte così non si improvvisa. È abbandono totale ad un Amore che è fedele. E tu, alla fine, lo sai.