Chi paga per tutti
La Russia ha invaso uno Stato sovrano senza alcun giustificabile motivo, bombardando i civili e mettendo pesantemente a rischio la vita dell’intero pianeta sotto la minaccia nucleare. La strada scelta dall’Unione Europea e da tanti altri Paesi per rispondere in modo non militare ad un attacco militare senza provocare un’escalation militare è costituita dalle sanzioni economiche. Saranno efficaci?
Le sanzioni non sempre si sono manifestate efficaci, anche perché sono facilmente aggirabili con uno Stato terzo che fa da mediatore. Quindi occorre sorvegliare e sanzionare anche chi si presta a questi giri, altrimenti il meccanismo perde forza. Si sono manifestate efficaci quando hanno toccato coloro che incidono sulle vere decisioni economiche e politiche: in questo caso potrebbero essere gli “oligarchi” delle grandi imprese economiche e finanziarie, il gruppo politico e militare che sostiene Putin. Pertanto serviranno “sanzioni intelligenti”, cioè capaci di colpire chi davvero decide e, contemporaneamente, avviare azioni concrete per alleviare le sofferenze di chi è in condizioni precarie: già, perché in Russia non ci sono solo i Capi.
Le sanzioni economiche colpiranno anche i poveri in Occidente e l’aumento della povertà sarà l’effetto più prevedibile. All’aumento del costo del gas andrà aggiunto il rincaro del carburante, che riguarderà tutte le merci trasportate su gomma, e poi del grano e del mais. Il tutto porterà al solito punto, il rialzo dell’inflazione che erode il valore d’acquisto dei salari e degli stipendi, soprattutto di quelli bassi. Dopo la pandemia (non terminata), ecco la guerra: non c’è requie per i popoli, oggi.
Le guerre non sono contro la povertà, sono contro i poveri. Per questo delle costanti e sostenute politiche per lo sviluppo sono necessarie: come ricordava Paolo VI, lo sviluppo è il nuovo nome della pace. Alla pace non può mai mancare la giustizia e, soprattutto, la libertà. Forse in Russia, ossia in un regime “a bassa democrazia” il problema sarà politicamente relativo o nascosto o servirà per legittimare una narrazione falsamente vittimista ancora favore del Capo. Ma in Italia, e in Occidente, la questione avrà risvolti politici significativi. In questa guerra, d’altra parte, si confrontano drammaticamente anche due schemi politici, due modelli di sovranità e di libertà. Il percorso che la democrazia in Europa ha compiuto in questi decenni è un bene comune da custodire, magari non come dominio ma certamente come reale assunzione di responsabilità verso il mondo.