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Brescia
di LUCIANO ZANARDINI 25 giu 2024 13:27

Chi ha paura della vita?

La legge 194 prescrive che i consultori devono contribuire “a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”. Sul banco degli imputati finisce, invece, chi cerca di mettere in pratica una norma disattesa nella sua piena attuazione. In gioco, secondo l’accusa, c’è l’autodeterminazione femminile. Ritorna lo slogan “il corpo è mio” risuonato nelle piazze italiane negli anni Settanta. Purtroppo ha fatto capolino anche, lunedì 24 giugno, tra gli attivisti presenti nell’aula di Palazzo Loggia come se le lancette dell’orologio si fossero fermate. Nessuno mette in dubbio la legittimità della 194, ma è veramente libera la scelta di una donna che non ha i mezzi economici e culturali per portare avanti una gravidanza? È veramente libera la scelta in una società che disincentiva la maternità? È veramente libera la scelta in un modernismo che contrappone il lavoro al desiderio di maternità? Anche a Brescia ci sono donne e uomini che, con l’ausilio non della forza (ma dell’ascolto), nei Centri di aiuto alla vita accompagnano le persone in difficoltà. In tanti passano perché disorientati. In tanti intraprendono un percorso di speranza. È perlomeno strana una folla che non plaude, ma piuttosto denigra chi, nella semplicità, si fa compagno di strada di due esseri umani (la madre e il bimbo) spesso soli e impauriti.

Dove stiamo andando? Quali sono i valori condivisi sui quali pensiamo di edificare e costruire le nostre comunità? Solo nel Bresciano, nel 2023, 140 bambini (il numero è in difetto perché mancano i dati relativi a una sede) hanno visto la luce grazie agli otto Centri dislocati sul territorio. Ci sono parrocchie e gruppi che, attraverso il Progetto Gemma, hanno sostenuto e sostengono la maternità: è un servizio di adozione prenatale a distanza ravvicinata della durata di 18 mesi. Oltre a essere primariamente uno strumento di ascolto, permette un sostegno economico continuativo con il versamento di una quota mensile. In questi mesi si registra, più del consueto, un’attenzione smodata nei confronti di chi cerca di sostenere la vita. Ci sono alcune forze (prevalentemente radicali e dell’area a sinistra, compreso quel Partito Democratico che, nella dialettica interna, quando si parla di temi eticamente sensibili, appare poco rispettoso del proprio nome) che, anche in città, hanno preso posizione contro le associazioni Pro Vita e contro i loro manifesti. Non sono mancati per fortuna dei distinguo che hanno creato, però, malumori e tensioni all’interno della stessa maggioranza. Occorre offrire alla donna la possibilità di sostenere la maternità, anche quando la gravidanza non è programmata. Nelle situazioni di criticità va offerta un’alternativa.

Purtroppo il tema della natalità e della salute (con un sistema sanitario da riformare) è trascurato. Oltre 30mila persone, nei giorni scorsi, hanno partecipato, a Roma alla manifestazione nazionale “Scegliamo la vita”, con l’obiettivo di promuovere la cultura della tutela, in particolare nei confronti delle persone più fragili, anziani, disabili, bambini nel grembo materno e mamme, soprattutto se con gravidanze difficili, indesiderate o in situazioni di disagio economico e sociale. “Andate avanti con coraggio nonostante ogni avversità” è il messaggio – letto sul palco – che papa Francesco ha inviato a organizzatori e partecipanti. “La posta in gioco, cioè la dignità assoluta della vita umana – ha proseguito il Pontefice – è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Sulla vita umana non si fanno compromessi!”. L’invito rivolto a tutti, destra e sinistra, è di abbassare i toni: non si fa politica sulla pelle dei disperati. Abbiamo bisogno di cura e di prenderci cura di tutti gli esseri umani scartati: donne, madri, nascituri, migranti, lavoratori calpestati nei loro diritti, detenuti, anziani, disabili, indigenti...


LUCIANO ZANARDINI 25 giu 2024 13:27