Che sorpresa ci sarà domani?
Sono sempre stato incuriosito dai “nonni” che vanno alla Giornata mondiale della gioventù. Adesso che ne faccio parte, per età e per carriera di presenza, forse ne capisco anche il perché. “Questo viaggio non è come gli altri, è una sorpresa!”, mi ha detto in questi giorni portoghesi Michela, 20 anni e quasi una laurea di architettura in tasca. Sorpresa nelle cose che si fanno, nelle relazioni che si trovano o si ritrovano, nella preghiera che si gusta, nelle intuizioni che germogliano dentro.
Mi colpisce che a 20 anni si dichiari lo stupore della sorpresa, mi sembrerebbe una cosa più “da vecchi” come me, per noi un po’ troppo assuefatti alle delusioni e alle fatiche. Effettivamente sono venuto alla Gmg con questo bisogno: respirare con i giovani, lasciarmi alle spalle ciò che noi vecchi facciamo e da cui non riusciamo ad uscire: guerra, violenza, stanchezza e delusione. Capisco che posso, nel mio piccolo, osare qualcosa di più: non far diventare questi giovani vecchi prima del tempo, perché la sorpresa che vivono sia motore e non illusione. Come per ogni Gmg, anche per questa tornerò con una domanda in più di quando sono partito, una bella domanda: che sorpresa ci sarà domani?