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Brescia
di YOUNES ELSHARKAWY 13 mag 2021 09:30

Che la pace sia con voi

Il Ramadan è un mese sacro, un mese di digiuno e sacrificio, di privazione e arricchimento allo stesso tempo. Ho 22, faccio parte della comunità islamica bresciana e sono uno studente di medicina. Quest’anno, come l’anno scorso, noi musulmani abbiamo vissuto un Ramadan un po’ fuori dall’ordinario, anche se devo ammettere che la situazione è parecchio migliorata. Siamo riusciti, seppur con alcune limitazioni, a svolgere le preghiere e le orazioni in moschea: vivere la dimensione collettiva è un punto cruciale dell’esperienza del Ramadan per il musulmano. Proprio questa dimensione di collettività si è dimostrata un terreno comune a tutte le confessioni religiose che dialogano a livello bresciano. Quest’anno ho infatti avuto modo di iniziare il Ramadan poco dopo la Pasqua che i miei amici cristiani hanno festeggiato a inizio aprile. Ho apprezzato molto lo scambio di auguri che c’è stato, mi ha fatto riflettere su quanto sia bello pensarsi a vicenda e gioire per la felicità del prossimo. Durante il mese di Ramadan, insieme ai ragazzi e le ragazze del Centro Culturale Islamico di Brescia, ho preso parte ad un progetto chiamato “Ramadan mi ha insegnato…”, una serie di video che ci ha accompagnato per tutta la durata del mese, condividendo e apprendendo di giorno in giorno uno dei mille insegnamenti che questo mese ci offre. Al di là degli splendidi contenuti che ne sono risultati, ho amato particolarmente lo spirito di condivisione che era insito in questo progetto, e che più di ogni altro aspetto mi ha colpito. Parliamoci chiaro: l’ultimo anno è stato parecchio impegnativo per tutti noi. Tra pandemia, tentativi di ripresa economica, coprifuoco e misure restrittive di diverso tipo, ci siamo trovati fortemente colpiti a livello fisico e psicologico. Non è facile mantenere la fede alta in situazioni come queste… o no?

Personalmente, sento invece che la pandemia mi abbia spronato a cercare – e trovare, grazie a Dio – una maggiore consapevolezza riguardo alla mia religione e al mio ruolo in qualità di semplice fedele nella situazione che mi circonda. Ho capito meglio il significato della solidarietà e dell’aiuto reciproco, mettendomi in gioco in prima persona, con l’obiettivo di giovare agli altri. Vi lascio con il caloroso saluto “as-salamu alaikum (che la pace sia con voi)” e auguro ai miei fratelli e sorelle musulmani una felice festa di rottura del digiuno: “eid mubarak!”.

YOUNES ELSHARKAWY 13 mag 2021 09:30