Catechesi: la novità non deve spaventare
Frugando nella scatola dei ricordi, durante la quarantena, è rispuntato un foglio di quaderno che Camilla mi regalò qualche anno fa, e mi sono perso con i ricordi e con la fantasia nella sue lettere gigantesche e colorate: “Grazie, perché passi sempre a trovarci nell’ala del catechismo”. L’aula del catechismo, nell’entusiasmo e nella fantasia di quella bambina di seconda elementare, è diventata un’ala. Ricomincia con fedeltà il servizio e l’impegno delle nostre comunità cristiane per accompagnare i bambini, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti nel cammino di fede. Tante sono le preoccupazioni, innumerevoli le attenzioni e gli accorgimenti da tenere durante gli incontri, ma ancora di più è il desiderio di annunciare il Vangelo, che rende anche le restrizioni che dobbiamo imporci uno spazio fecondo perché il seme della Parola possa attecchire. Ora è il tempo di metterci sotto “l’ala del catechismo”. L’ala protegge, sotto di lei troviamo un rifugio, un luogo dove stare tranquilli, in pace, riscoprire gli affetti e le relazioni che ci fanno crescere. La cura dei primi tempi potrebbe essere questa: accorciare le distanze che il tempo ha creato, riannodare alleanze, riguardarci negli occhi e dirci che ci apparteniamo nella stessa fede. La sapienza e la fantasia delle nostre comunità si sta già muovendo, investendo i primi mesi di quest’anno pastorale, allungando e stendendo le ali perché le famiglie si ritrovino coinvolte in un cammino di comunione, di racconto, di fiducia rinnovata. L’ala permette di spiccare il volo, di dare la spinta per trovare nuove quote in cui volare. È l’opportunità di una creatività vera dello Spirito, che ricuce, che ridà forma, che dà una nuova struttura e un volto nuovo al nostro mondo di raccontare la vita di Gesù. Lasciamo che altre ali, quelle dello Spirito, possano dare la vera direzione di questo nuovo anno. Sarà occasione di sperimentarci, rimanendo nella comunione e senza scordare la storia della nostra diocesi, in alcune esperienze di catechesi diverse, più esperienziali, più aderenti alla vita. Ci si presenta l’occasione per accompagnare autenticamente le famiglie nella loro vocazione di testimoni di fede, dove la “chiesa domestica” possa riaccendere e alimentare il suo focolare della verità e dell’annuncio semplice e quotidiano.
L’anno che si apre sarà tempo per nuove misure per i nostri “pensieri pastorali”, nuovi numeri per i nostri incontri, nuove scommesse per i nostri annunci. La novità non ci spaventi, perché è segno di nuova vita, per innestarci nella Vita nuova. Anche Camilla, adesso, è uscita da quell’aula, ma resta sempre sotto quell’ala dove ha trovato la protezione, la fiducia e lo slancio per vivere il Vangelo, là dove la Vita la chiama.