di CHIARA BUIZZA
22 ott 2015 00:00
Carità, non per tutti
All'Expo si possono ammirare la stupefacente abbondanza della creazione, la diversità e ricchezza delle culture, ma l’altra faccia della medaglia, fatta di povertà, fame nel mondo, sostenibilità ambientale, resta in ombra
Un’occasione persa per la lotta alla povertà, una conferma per l’esperienza di “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: a Expo si possono ammirare la stupefacente abbondanza della creazione, la diversità e ricchezza delle culture, la potenza della scienza e della tecnologia, ma l’altra faccia della medaglia, fatta di povertà, fame nel mondo, sostenibilità ambientale, resta in ombra. Per il paradosso dell’abbondanza, “c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare”, indicato da papa Francesco come un monito per un cambiamento di mentalità (7 febbraio 2015), sembra infatti esserci una visibilità marginale a Expo, al punto che tra i visitatori rischiano di rimanere inespresse (se non addirittura impensate) domande del tipo: “Come è possibile che, in un mondo capace di ottenere tanti risultati, ancora esistano i poveri e gli affamati? Come è possibile che non abbiamo ancora eliminato la povertà, la fame e la malnutrizione? Qual è il contributo che possiamo portare per cambiare la situazione?”.
Al riguardo, il card. Turkson,presidente del pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha duramente denunciato: “Se questo luogo non mette in moto simili domande diventa complice dell’ingiustizia planetaria, e così noi al suo interno”. Che la lotta alla povertà non fosse di casa a Expo lo documenta anche la “Carta di Milano”, il documento di impegno collettivo sul diritto al cibo, eredità culturale dell’esposizione universale, che Caritas Internationalis ha scelto di non firmare: “È una Carta scritta dai ricchi per i ricchi, quindi un testo parziale per destinatari e contenuti; non si sente la voce dei poveri del mondo; offre un approccio limitato: indica un problema, la fame nel mondo, ma non mette a fuoco le cause e quindi le soluzioni”. Un gesto di indignazione, quello di non firmare, che sa di speranza e coraggio, che sa di “lotta alla povertà”, che nel contempo rende presenti i grandi assenti di Expo: i poveri.
CHIARA BUIZZA
22 ott 2015 00:00