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di RAFFAELLA FALCO 22 dic 2022 16:29

Carissimo Martin

Carissimo Martin, che abiti nel mio seminterrato da quel lontano Natale in cui ti ho conosciuto grazie all’immagine di te che Tolstoj, nel suo racconto, ha impresso nei miei occhi, puntuale ritorni a ogni Natale e mi aiuti a riconoscere Gesù. Scendo nella tua bottega di calzolaio e anch’io alterno il lavoro a fugaci sguardi dalla finestra che dà sulla strada innevata. Da te imparo a guardare gli altri dal basso, dai piedi, che spesso raccontano la verità delle persone. Serve tempo per accostarsi a ognuno così, ma è un espediente che funziona per fuggire dall’immediatezza del giudizio e prendersi il lusso di passeggiare a piedi nudi nelle vite e nei cuori.

È così che ho conosciuto Sami, giovane somalo, che vive per strada, dopo essere scampato a un naufragio al largo delle nostre coste. Mi imbatto in un bel paio di scarpe da uomo ad asciugare nel nostro giardino. Difficile risalire al proprietario in una casa di suore! Nel pomeriggio, Sami suona alla nostra porta, per ricevere il consueto piatto di riso e un po’ di affetto. Dal cancello vedo i suoi piedi: scarpe lucide e di un pulito impeccabile. E scopro che la gentilezza e l’eleganza del tratto, che lo contraddistinguono, sono il frutto dell’educazione di quel papà e di quella mamma, la cui morte continua a piangere quando, la sera, arriva da noi in preda all’alcool e alle allucinazioni.

È Gesù da cullare e consolare, mentre ricevo “grazia su grazia”. Rosaria è una cara amica di anima. Ieri ho sostato nel suo cuore con estrema facilità, per quei 5 cm di tacco che hanno regalato ai miei occhi un tuffo nei suoi. 5 cm di calda e gioiosa accoglienza, tipica della gente del sud. È Gesù che mi sta aprendo la strada verso una terra di sole e di mare, Lui, “Sole che sorge dall’alto”. Sono in cappella per la preghiera comunitaria, in leggero anticipo, quel tanto che basta per avvertire, nel silenzio, i passi delle sorelle che, ad una ad una, raggiungono il luogo dell’Appuntamento. Inconfondibili i piedi di Marie Claire, agile come le caprette del suo Burundi. Più vigoroso l’incedere di Giulia, forte donna trentina. Anna arriva danzando.Noverde e Rosette si muovono più lentamente, sotto il peso della preoccupazione per i loro cari lontani. Il passo di Sara è veloce, come la carità che la anima. Infine mi travolge la corsa delle novizie, giovani cuori innamorati dell’Amore. “Nel nome del Padre…” e subito Lo riconosco, perché l’ho appena incontrato nelle sue figlie, mie sorelle. Mi lascio lavare i piedi da Lui. Caro Martin, prova anche tu, quest’anno, ad attendere Gesù a piedi nudi. Lui verrà. Ormai lo riconosci. E te li laverà.

RAFFAELLA FALCO 22 dic 2022 16:29