Candidature lunari
Prendo atto, con un po’ di rammarico, che, in questi giorni, più che della vittoria stellare di una squadra milanese, vale la pena parlare della candidatura lunare, in occasione delle prossime Elezioni Europee, di alcuni leader di partito che si candidano per non vincere (un po’ come l’altra squadra milanese nel derby di cui avrei voluto parlare). Domanda semplice: perché ti candidi se poi, vincendo, non vai nel posto che hai vinto?
Il livello della spiegazione è quasi marziano: perché i sondaggi dicono che se si fa così si ottengono più voti. Se i voti da aumentare sono la percentuale di quelli che non voteranno la strategia potrebbe rivelarsi vincente. Più che il voto temo che si aumenti il vuoto: delle cose che si potrebbero fare e di cui non si parla, della distanza anaffettiva tra la gente e la politica che si va ad accumulare, del disinteresse per il bene di tutti confuso con quello di qualcuno (partiti compresi). Sulle stelle degli scudetti si può scherzare (anche se, ovviamente, non sono di cartone). Sulle elezioni per decidere cosa fare dell’Europa, viste le stelle da far brillare nella sua bandiera, tutti speravamo in una serietà maggiore e non da tifoseria da stadio.