Buon anno scolastico
Riprendono le lezioni nelle aule, anche se la scuola è in movimento da più settimane e la cronaca estiva l’ha riportata spesso in prima pagina. Potremmo dedicarci all’elenco dei problemi e dei temi: ius scholae, cronicità del precariato, dibattito sull’educazione civica, regolamenti incompiuti su valutazione e comportamento, ritardi nei concorsi. Oppure potremmo prendere posizione nelle controversie, prevalentemente ideologiche, sull’aggiornamento delle indicazioni nazionali, sulla riforma degli istituti tecnici e professionali, persino sui calendari. Apriamo, per una volta, un’altra pagina: siamo ad inizio anno scolastico, proviamo a concentrarci sul patrimonio e sul capitale umano costituito a Brescia da oltre 160mila studenti, fra i tre e i 18 anni, distribuiti in centinaia di edifici che sono luoghi di incontro, nei quali si intessono relazioni, si possono offrire migliaia di ore di ascolto reciproco. E pensiamo anche a migliaia di operatori culturali ed educatori, cioè gli insegnanti, il personale di laboratorio, gli assistenti. Ci sono poi i genitori, coinvolti (non molti, a dire il vero) negli organismi di partecipazione scolastica e (tutti) invitati a colloqui, riunioni, sportelli. Le scuole, inoltre, grazie al sostegno di un territorio propositivo come quello bresciano, e con fondi pubblici e privati, organizzano progetti, percorsi, ore di ascolto, doposcuola, attività integrative e certificazioni linguistiche. C’è un mondo, insomma, da conoscere meglio e da osservare non solo con la lente critica di opinionisti più portati a cercare colpevoli che a suggerire soluzioni, connessioni, corresponsabilità. C’è un vasto ambiente di vita, ci sono storie personali, “gioie e speranze, tristezze ed angosce” che le nostre comunità cristiane possono amare. Siano giorni non solo di buoni propositi per ogni studente. Siano giorni nei quali riaffermare il valore culturale, civico, educativo del sistema scolastico tutto, quindi pubblico: statale e paritario, laico e cattolico, dall’infanzia alla formazione professionale e alle secondarie superiori. Le scuole siano luoghi di generatività, di futuro. Siano comunità, in primo luogo professionali, di persone animate dal desiderio dell’incontro, della scoperta, della ricerca. Auguriamo alle scuole, e a chi le abita, di vivere un anno all’insegna della cultura come definita dal Papa: “Collega e percorre varie regioni della vita e della storia mettendole in relazione, permette di navigare nel mondo e di abbracciare Paesi e terre lontane, disseta la mente, irriga l’anima, fa crescere la società”.
Foto Siciliani-Gennari/SIR