di MASSIMO VENTURELLI
23 giu 2016 00:00
Brexit: per l’Europa è un bivio
Votare Leave, ossia no, sarà comunque una “scelta irreversibile”, di quelle che non consentono passi indietro o ripensamenti
Nonostante alcuni errori commessi in passato, ha più volte affermato il premier britannico, girare le spalle all’Unione europea sarebbe una scelta senza ritorno. I sondaggi oscillano, e la partita resta ancora tutta aperta, con sullo sfondo l’emozione dell’omicidio della deputata laburista Jo Cox che, prevedono alcuni, potrebbe far sentire qualche effetto sugli equilibri.
A Downing Street ci si aspetta un testa a testa, nessuno a urne ancora aperte può dire cosa succederà. Cameron e chi crede che il sì all’Unione europea sia per il Paese la scelta migliore, si è speso nelle ultime ore prima del voto per ricordare solo rimanendo nell’Unione il Paese sarà “più prospero economicamente, più forte e più sicuro”. Votare Leave, ossia no, sarà comunque una “scelta irreversibile”, di quelle che non consentono passi indietro o ripensamenti. Contro la Brexit si è espresso anche il leader laburista Corbin paventando al popolo britannico una nuova austerità e ricordando come decine di migliaia di posti di lavoro di cittadini di “Sua Maestà” sono legati all’Europa.
Difficile pensare che sul voto degli elettori britannici possano avere peso inviti e riflessioni che arrivano dall’esterno, a partire da quel “Chi esce, esce” pronunciato dal presidente del Parlamento europeo Schulz. Anche l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi ha parlato del voto in coso nel Regno Unito. “Io mi auguro che resti in Europa – ha affermato –. Ma se dovesse accadere il contrario, non crollerebbe tutto. Però il referendum ha già creato un vulnus, in quanto esso di per sé afferma che dall’Ue si possa entrare o uscire a piacimento”. Romano Prodi ha espresso le sue convinzioni nel corso del convegno “L’Europa al bivio” tenuto a Milano nei giorni scorsi. Da queste considerazioni l’idea dell’ex presidente della Commissione: “In ogni caso questo passaggio prepara un’Europa a più velocità”, servirà dunque “un nucleo forte”, con Germania, Francia e Italia, approfondendo il processo di integrazione e “ritrovando una via comune europea per rispondere alle sfide in atto”.
Allo stesso convegno è intervenuto anche il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano. “Se vogliamo investire il reale con l’ideale – è stato il passaggio centrale del suo intervento –, per l’Europa ciò significa coniugare le diversità con l’unità. In questo il cristianesimo può avere un ruolo insostituibile, perché grazie ad esso è entrato in Occidente il pensiero della differenza. Se il cristianesimo europeo riuscirà a superare questa sua fase non priva di difficoltà, anche con l’apporto di papa Francesco, potrà rappresentare uno degli elementi di costruzione dell’Europa del futuro”. L’Arcivescovo di Milano Scola ha colto l’occasione del referendum britannico per trattare il tema delle migrazioni: “Non serve a nulla erigere muri per fermare processi epocali”. Più volte i due relatori si sono dichiarati in sintonia, con un messaggio di speranza attorno a un’Europa che è “risposta” percorribile e credibile “rispetto ai problemi imposti dalla globalizzazione”.
MASSIMO VENTURELLI
23 giu 2016 00:00