Brescia sostenibile oltre "Una sola Terra"
Le città sono le prime comunità a dover rispondere alla crisi ecologica in atto, con misure che trasformino l’ecosistema della città e distribuiscano i benefici della rigenerazione ambientale. A livello urbano le criticità climatiche e quelle economiche, sociali, sanitarie sono sempre più integrate fra loro.
Le questioni ambientali sono intrinsecamente complesse, così come lo sono le loro soluzioni. Le due sfide più importanti per Brescia sono: ridurre le emissioni di gas serra, azzerandole in senso netto quanto prima, e attenuare le concentrazioni di inquinanti nell’aria. Entrambe costituiscono impegni e obiettivi formalmente sottoscritti dal governo e dalle amministrazioni locali, in quanto cruciali per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la salute delle persone. Questi traguardi sono strettamente legati tra loro sia in termini di origini che di soluzioni e offrono enormi benefici.
La scienza conferma che i macrosettori maggiormente responsabili della cattiva qualità dell’aria e delle emissioni di gas ad effetto serra sono, infatti, gli stessi: le combustioni per la produzione di energia, per i trasporti e per l’industria, e il comparto agro-zootecnico. Occorre, quindi, agevolare la conversione dei processi e delle attività di questi settori, in modo da ridurne drasticamente il contributo emissivo.
Per l’energia le direttrici fondamentali sono il risparmio e l’efficientamento energetico, l’abbandono del gas e la conversione verso le fonti rinnovabili, principalmente fotovoltaico e installazione di pompe di calore. Per i trasporti su strada occorre promuovere un massiccio riorientamento delle scelte di spostamento a favore del trasporto pubblico e della mobilità ciclistica e pedonale; l’elettrificazione dei veicoli farà il resto. Le emissioni industriali caleranno più rapidamente grazie principalmente all’elettrificazione degli impianti a combustione, al recupero dei cascami termici e, in alcuni casi, alla graduale sostituzione del gas naturale con l’idrogeno. Infine, per la zootecnia e l’agricoltura si prospetta un cambio di paradigma: da allevamenti e colture intensive ed estensive a pratiche e prodotti a maggiore valore aggiunto, dall’impatto ecologico decisamente minore anche grazie all’impiego di nuove tecnologie. Questi cambiamenti sono già in atto, ma troppo lentamente per poter mitigare la crisi ecologica. Un esempio su tutti: le misure già attuate, quelle programmate e quelle solo annunciate, consentirebbero al più di percorrere metà della strada che separa l’Italia dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra. La complessità e la stratificazione del suo sistema economico pone Brescia ancora più distante dal traguardo.
Per accelerare la conversione sostenibile del territorio e renderlo meno vulnerabile alla crisi climatica, un’amministrazione locale dovrebbe dotarsi di una strategia a tre punte. Primo, adottare interventi più efficaci e ripensare gli strumenti pianificatori esistenti (Pums, Paesc, Pgt ecc.), in ottica di concretezza e valutazione integrata, quantitativa degli impatti. Secondo, incentivare e stimolare comportamenti virtuosi da parte di cittadini e imprese, attivando in tal senso misure ben collaudate in Italia e fuori. Terzo, porsi come perno di una collaborazione rinforzata tra cittadini, imprese e le loro associazioni per studiare e attuare misure rapide e coerenti. Le condizioni per fare sostanziosi progressi su tutti questi piani non sono mai state altrettanto favorevoli.