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Milano
di FRANCESCO PROVINCIALI 12 giu 2023 14:38

Berlusconi tra meriti ed errori

È morto Silvio Berlusconi. Il giorno 12 giugno alle 9.30 il leader di FI se n'è andato dopo essere stato ricoverato all'ospedale San Raffaele di Milano. I valori di Silvio Berlusconi, ricoverato da venerdì scorso per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo, non accennavano a migliorare. Poi il precipitare della situazione sino al decesso.

Nonostante le cure assidue e competenti la malattia ha avuto il sopravvento, il fisico era sofferente anche se Berlusconi è stato lucido, combattivo, determinato, partecipe alla vita politica del suo partito e del Paese fino all’ultimo: da qualunque posizione si osservi la sua lunga vicenda umana si può tuttavia affermare con certezza che nessuno come lui ha saputo essere riferimento indiscusso per l’Italia a livello nazionale e internazionale dopo la fine della cd. “Prima Repubblica”, dalla discesa in campo del 1994 fino a ieri.

Ha vissuto una vita piena, amato e criticato, forse qualcuno è arrivato a provare sentimenti di odio personale nei suoi confronti e di indifferenza per la sua fine. Dobbiamo aspettarci commenti di ogni tipo, l’umanità attende sempre impietosa al varco per giudicare il prossimo, specie se si tratta di personalità che hanno lasciato un segno indelebile della loro presenza. Non dimentico le parole di Silvia Tortora: “l’invidia è il motore del mondo”… né quelle di Alda Merini raccolte al suo capezzale: “se la gente si accorge che vali ti divora come un implume”.

Non si può confondere il dissenso politico, anche profondo, alternativo con l’animosità di chi lo ha criticato duramente, non si può giustificare la meschinità di chi ha persino fatto fortuna combattendolo, senza esser stato degno di allacciargli i calzari. Ha saturato un’era con la sua presenza, era imprescindibile argomentare di politica senza tenere in considerazione la sua forte personalità, la sua vita piena: dal calcio alle televisioni, dalla stampa all’imprenditoria, dalla fondazione e rifondazione del suo movimento politico – da subito Forza Italia, poi Popolo delle libertà e infine ancora Forza Italia- nessuno ha riassunto in sé come lui doti eccezionali di intraprendenza, concretezza, visione, ottenendo risultati che nessun altro ha realizzato.

Si chiude un’epoca, con la sua scomparsa, credo che non ci sia stato giorno in cui stampa e TV non si siano occupati della sua vicenda esistenziale, spesso con giudizi prevenuti e fondamentalmente cattivi.

La vita –quella di ciascuno di noi- è costituita da fattori oggettivi e da soggettività personali.

E’ stato la fortuna di chi lo ha esaltato e pure di chi lo ha vituperato, prendendolo a bersaglio di strali polemici e di veleni. La sua lunga vicenda giudiziaria è diventata una sorta di polarizzazione: da una parte lui, dall’altra la magistratura.

E questa è una storia che deve restare chiusa nelle aule dei tribunali, nei verbali e nelle sentenze scritte: sono quest’ultime che chiudono sempre le partite giudiziarie.

Sono convinto che fosse un uomo generoso, sempre positivo, sorridente, ottimista e che molti debbano la propria ascesa politica più alla sua fiducia che ai propri meriti, che molti grazie a lui abbiano avuto il lavoro, la casa, una vita di rassicuranti certezze esistenziali.

E questo non è da tutti: si sentono molte ciance dalla politica ma si toccano con mano pochi fatti.

In mezzo a tanto grigiore e alla spocchia dei sofismi salottieri si distingueva per dinamismo e voglia di fare.

Come tutti i grandi protagonisti ha avuto meriti e ha commesso errori: nessuno è titolato a giudicare perché anche chi lo avversava faceva parte della contesa. Sarà la Storia a chiarire i passi del suo transito terreno. Ma adesso l’unico sentimento che deve accomunarci è il rispetto per la persona, il politico, l’imprenditore, lo statista. Tutti zitti per favore: lo accompagnino il silenzio e la preghiera nel suo ultimo viaggio.



Foto SIR/Marco Calvarese

FRANCESCO PROVINCIALI 12 giu 2023 14:38