Aver cura del bene della città
Le elezioni amministrative del prossimo 31 maggio non avranno un grande peso nella nostra provincia. Nessuna calda primavera preelettorale...
L'editoriale del n° 19 di "Voce" è di don Adriano Bianchi
Dove si vota, però, scattano i soliti meccanismi: gli animi si surriscaldano e comincia a prendere corpo la partita tra liste e candidati sindaci. Paesi come i nostri, dove più o meno tutti si conoscono, vivono in queste occasioni inedite fiammate di partecipazione e di tifo politico, spesso qualche schermaglia e, talvolta, qualche parola sopra le righe. Nessun problema, ce ne siamo fatti una ragione da tempo. D’altro canto in gioco c’è la vita del paese, i servizi e le situazioni che la gente conosce da vicino e che, forse, è più in grado di giudicare in vista di un voto il più consapevole possibile. Si può fare di più? Certo. In queste occasioni sono convinto che l’impegno a formare e informare per rendere più accorti i cittadini della vita della comunità sia un dovere. Più aumentano gli spazi di confronto civile più si fa un servizio alla democrazia. Non è mai abbastanza ciò che rende le persone consapevoli perché, con una certa tranquillità, sappiano valutare chi è degno di fiducia per amministrare la cosa pubblica, fosse anche del più piccolo Comune della provincia. E la Chiesa, le parrocchie in particolare, che possono fare? Finiti i tempi del collateralismo dove dai pulpiti si invitavano i fedeli a un voto che fosse almeno “democratico” e “cristiano”, la tentazione del silenzio e del prudente ritiro in sacrestia resta forte.
Per questo, attraverso l’Ufficio per l’impegno sociale, molte associazioni cattoliche e, non da ultimo, il settimanale diocesano, negli ultimi anni hanno sempre spinto affinché l’occasione delle elezioni amministrative si trasformasse in un momento dove le parrocchie, direttamente o attraverso laici e associazioni (a seconda dei contesti locali), divenissero promotrici di incontri tra i candidati sindaci e i loro elettori. Regole precise, tempi stabiliti, domande preparate per tempo e con l’obiettivo di permettere a ciascuno di esprimere in modo compiuto il proprio pensiero. Nessuno spazio a logiche di scontro o bagarre. Nessun intervento ingiustificato dal pubblico, ma occasioni per ascoltare, giudicare e far sintesi in vista del voto. Semplici opportunità con nessuna pretesa di esclusiva dove molte comunità cristiane hanno esercitato con equilibrio e saggezza pastorale il loro essere dentro la città in modo intelligente e propositivo. Alcuni paesi l’hanno fatto diventare ormai una tradizione. A Leno, ad esempio, è sempre l’oratorio a promuovere questi confronti. Molti ne abbiamo seguiti anche con Voce. Li abbiamo moderati e raccontati attraverso il giornale. Anche questa volta capiterà a Lonato dove il consiglio pastorale si è fatto carico di promuovere l’incontro. Pare che questo abbia generato qualche mal di pancia, peccato. Sono convinto che a cose fatte se ne vedrà il valore. Non vien meno però il segno: una Chiesa che con premura e passione vive il suo prendersi cura della comunità in cui è chiamata ad annunciare il Vangelo.