Auguri Benedetto
Presenza orante e silenziosa interrotta solo a tratti dallo studio, dalla musica del suo amato pianoforte e da alcune visite concesse a chi chiede di incontrarlo
Tutti ricordiamo le immagini ormai storiche di quell’elicottero che dal Palazzo apostolico vaticano faceva rotta verso Castel Gandolfo: si compivano così i giorni più lunghi della storia del papato, durante i quali un Papa aveva rinunciato al ministero petrino per vivere, da allora in poi, “nascosto al mondo”.
Nel suo piccolo monastero in Vaticano, a poche centinaia di metri dall’abitazione del successore, il Papa emerito è una presenza orante e silenziosa: una scelta inedita e senza precedenti, la sua, ma fatta in piena sintonia con il pastore “mite e forte”, con l’“umile operaio nella vigna del Signore” che ha sempre voluto essere, fin da quando è salito al soglio di Pietro. Una vita offerta per il bene della Chiesa, che chiede di abbracciare la Croce, quando è necessario.
“Le persone volevano sì, vedere Benedetto XVI, ma lo volevano soprattutto ascoltare”, scrive il suo segretario particolare, monsignor Georg Ganswein, nella prefazione di un volume che la Libreria editrice vaticana pubblicherà tra qualche giorno, in occasione del decimo anniversario dell’elezione a Pontefice di Joseph Ratzinger, avvenuta il 19 aprile 2005. Preghiera e silenzio, interrotti solo a tratti dallo studio, dalla musica del suo amato pianoforte e da alcune visite concesse a chi chiede di incontrarlo. È questo che ora il popolo di Dio “ascolta” da Benedetto, che fin dall’atto di rinuncia, promettendogli obbedienza incondizionata, ha affermato di voler pregare incessantemente per il suo successore.
E oggi, Francesco, lo ricambia grato per la possibilità di avere “il nonno in casa”. “Vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità”, il desiderio confessato da Joseph Ratzinger ai fedeli quel 28 febbraio, dalla loggia centrale del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Grazie, indomito Benedetto. Vogliamo farle gli auguri con le sue stesse parole, pronunciate sempre quel giorno: “Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo”.