Armi in casa
Siamo rimasti tutti sconvolti dalla notizia, il 2 gennaio scorso, della bambina di tre anni di Gardone Val Trompia finita in coma a seguito di un colpo, sparato dalla pistola del padre, che l’ha raggiunta alla testa. L’arma di grosso calibro era regolarmente detenuta dal genitore: le indagini sono in corso e spetta agli inquirenti fare chiarezza. Ma non possiamo esimerci dal rilevare la gravissima negligenza di aver lasciato incustodita la pistola nella camera da letto, alla portata della bambina e della sorellina di cinque anni. Non è stata, pertanto, una “tragica fatalità”. Semmai la conseguenza di una serie di atti irresponsabili che hanno finito per permettere a dei bambini di impugnare un’arma da fuoco e di sparare un colpo con un’arma carica e con il colpo in canna. Il padre avrebbe dichiarato che teneva l’arma carica perché “aveva paura dei ladri”. Una paura immotivata e irrazionale. L’Istituto nazionale di statistica Istat nel suo database, che è pubblico, riporta chiaramente come nella provincia di Brescia, nei dieci anni dal 2014 al 2023, non vi è stata nessuna vittima di omicidi “a scopo di furto o rapina” non solo nelle abitazioni, ma nemmeno nelle banche, alle Poste, negli esercizi commerciali o ai portavalori. Nel 2023 – ultimo dato disponibile – in tutta Italia le vittime di atti violenti per rapine nelle abitazioni e esercizi commerciali sono state nove: eventi terribili, ma non certo da giustificare la necessità di tenere un’arma carica in casa pronta all’uso. E l’Istat certifica che, sempre in provincia di Brescia, nel corso di tutto l’anno 2023, le “rapine in abitazioni” sono state 34, cioè meno di una rapina ogni dieci giorni in tutta la provincia, praticamente dimezzate rispetto al 2013.
Non dobbiamo, però, nasconderci un aspetto: tenere un’arma in casa è un’idea motivata non solo dalla necessità di difendere se stessi e i propri familiari nell’eventualità – alquanto remota – di subire una rapina, ma spesso dal desiderio di farsi giustizia da sé. Un’idea secondo la quale la proprietà privata varrebbe più della vita di una persona. Come sappiamo, negli ultimi anni queste idee sono state sostenute da alcune forze politiche che hanno cavalcato e alimentato le paure degli italiani e le pulsioni più irrazionali. Ci auguriamo che la bambina possa riprendersi al meglio. Ma cogliamo l’occasione per riflettere su un punto: possedere un’arma non è sinonimo di maggior sicurezza. Rappresenta sempre un potenziale pericolo, per tutti, in primo luogo per i familiari, soprattutto quando ci sono bambini. Va ricordato anche ai possessori di armi più esperti.