Armi e femminicidi, la vera emergenza
C’è una persistente grave emergenza in Italia. Ma non sono gli sbarchi di immigrati e nemmeno i furti o le rapine che, seppur aumentati di poco nell’ultimo anno rispetto ai due anni precedenti contrassegnati da periodi di lockdown, sono ai livelli più bassi degli ultimi dieci anni. La vera emergenza sono i femminicidi e gli omicidi di donne. È ciò che emerge dal “Dossier Viminale” presentato, come da tradizione, lo scorso ferragosto dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, durante la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’allarme in Italia oggi riguarda la “violenza di genere”. Sono stati 125 gli omicidi di donne tra agosto 2021 e luglio 2022, in aumento rispetto ai 108 registrati nello stesso periodo dell’anno scorso: rappresentano il 39,2% di tutti gli omicidi volontari commessi in Italia. Di questi 108 sono stati commessi “in ambito familiare e affettivo” e 68 perpetrati “da partner o ex partner”: significa che oggi in Italia più di un omicidio su tre ha come vittima una donna e si consuma nel contesto delle relazioni personali. A conferma, come scriviamo da anni, che la sfera di maggior pericolo per le donne non è quella pubblica, bensì i rapporti familiari e personali.
Il Viminale non riporta lo strumento con cui le donne sono state uccise. Ma i dati pubblici del database sugli omicidi dell’Osservatorio OPAL mostrano che nel periodo agosto 2021-luglio 2022 sono stati 16 gli omicidi di donne in ambito familiare e relazionale con armi regolarmente detenute. Il numero appare contenuto, ma significa che più di una donna al mese viene uccisa da un legale detentore di armi e rappresenta il 14,8% degli omicidi di donne e femminicidi: una percentuale preoccupante se si considera che solo il 6-8% della popolazione adulta italiana ha una licenza per armi. Significa, infatti, che le armi legalmente detenute per la caccia, il tiro sportivo o la difesa nella propria abitazione vengono usate più spesso per uccidere la moglie, la compagna o la ex piuttosto che per difendersi da rapine in casa. Omicidi di donne e femminicidi sono problemi che vanno contrastati con l’educazione, la formazione, sradicando la cultura patriarcale maschilista del dominio dell’uomo sulla donna. Ma richiedono anche provvedimenti urgenti per limitare i danni del possesso legale di armi, norme più rigorose sul rilascio delle licenze e controlli più frequenti e accurati sui legali detentori di armi. Non è più accettabile che le armi detenute col pretesto della legittima difesa siano usate per l’illegittima offesa verso le donne. Cosa ne pensano i partiti che si presentano alle elezioni?