Armi ai minori?
L’ha prontamente smentita annunciando querele. Ma la proposta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d’Italia) – carpita durante una sua conversazione con il consigliere militare della presidente del Consiglio, generale Franco Federici, e riportata dal quotidiano “La Stampa” – non è passata inosservata. “Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole”, avrebbe proposto Fazzolari al generale. Aggiungendo che “c’è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole”.
Nella smentita, Fazzolari spiega che la conversazione verteva sulla “necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di Forze armate e Forze di polizia e oltre a ciò l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro”. “Due misure – aggiunge il sottosegretario – alle quali lavoreremo al più presto”. Al di là della polemica che ne è nata, quale sarebbe il significato e il valore di introdurre il tiro a segno nelle scuole? Stando alle associazioni che lo promuovono, il tiro a segno sarebbe uno sport che favorisce l’autocontrollo da parte di chi lo pratica anche tra i minorenni. I quali, è bene ricordarlo, oggi possono esercitarlo con armi ad aria compressa già a partire dall’età di 10 anni e con vere armi da fuoco dai 14 anni con la semplice autorizzazione scritta da parte dei genitori.
Ai minorenni in Italia è anche permesso di accedere alle fiere di armi: in questo caso è sufficiente che siano “accompagnati da un adulto, cioè una persona che abbia compiuto almeno 18 anni”, nemmeno i genitori. Anzi fino a 13 anni, per loro l’ingresso è gratuito. È ciò che propone il salone fieristico “European Outdoor Show” (EOS) la cui seconda edizione prenderà il via sabato a Verona. Il salone si presenta come una esposizione di prodotti “per la vita all’aria aperta” (outdoor), ma la principale attrazione sono le armi da fuoco. Ce n’è un vasto campionario: dai revolver alle pistole, dai “black rifles” (i fucili semiautomatici tipo AR-15, i più usati per fare stragi dagli USA alla Nuova Zelanda) alle doppiette, dagli snipers ai fucili per la caccia grossa. Il tutto mescolato tra canoe, kayak, canne da pesca per trote e storioni, tende da camping e scarponi da trekking. Come se tutto fosse uguale. Più che un salone espositivo è una chiara operazione ideologica e di marketing per incentivare, anche in Italia, il possesso e la diffusione di armi. A cominciare dai minorenni.