Ambiente: obiettivi da centrare
L’Italia nel 2019, ultimo anno di attività produttiva “normale”, ha emesso 418 milioni di tonnellate di gas serra in termini CO2 equivalenti. Come gli altri membri Ue, la simpatica nazione a forma di stivale si è impegnata a più che dimezzare entro il 2030 le emissioni rispetto ai livelli del 1990, il che significa portarle intorno ai 200 Mton. Da recenti stime del Politecnico di Milano, validate da altri studi, risulta che, se non intervengono misure aggiuntive rispetto al quadro attuale, la discesa si fermerà invece a circa 350 Mton. Se rilancerà attuando in pieno gli obiettivi dichiarati nella pianificazione corrente, le emissioni potrebbero abbassarsi a circa 310 Mton.
Tradotto: il divario tra obiettivi di decarbonizzazione e gli scenari di attuazione al 2030 è di almeno 110 Mton, cioè il 55% in più del dovuto. Con buona pace della presunzione italiana di essere tra i Paesi più avanzati nella transizione ecologica. Cosa manca per centrare davvero il traguardo? Un’accelerazione di quasi tre volte del passo al quale le trasformazioni del sistema economico stanno già avvenendo, riducendo più drasticamente le combustioni di energia per elettricità, industria, trasporti e riscaldamento, che generano più dell’80% delle emissioni attuali. Qui i cambiamenti necessari sono due: ridurre i fabbisogni di energia per unità di valore aggiunto o prodotto, attraverso l’efficientamento degli impianti, degli edifici e dei trasporti, e ampliare irreversibilmente la quota delle fonti rinnovabili nel mix energetico, fino a sganciarlo totalmente entro massimo due decenni da tutti i combustibili fossili, e abbattere le emissioni di ogni megawatt prodotto o consumato.
Come realizzare questa accelerazione? Con una combinazione di pianificazione, regolazione e incentivi pubblici, intorno a cinque assi fondamentali. Prioritario ridurre i sussidi ambientalmente dannosi, programmare subito una exit strategy dal gas e estendere i meccanismi di carbon pricing con adeguate compensazioni reddituali. Occorre attivare un piano strategico integrato per la decarbonizzazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, con obiettivi di breve, medio e lungo termine, e affiancargli un piano integrato per la mobilità sostenibile e investimenti pubblici coerenti in infrastrutture, istruzione e R&S. Last but not least (Da ultimo, ma non meno importante, ndr), attuare un efficace efficientamento normativo e amministrativo, per agevolare e velocizzare tutte le realizzazioni. Insomma, bisogna iniziare a correre!