Amare implica volontà
Ci sono certi momenti (come il periodo natalizio) in cui il richiamo alla solidarietà è forte. Allora ci si sente buoni perché si fa un atto di bontà, una tantum...
Ci sono certi momenti (come il periodo natalizio) in cui il richiamo alla solidarietà è forte. Allora ci si sente buoni perché si fa un atto di bontà, una tantum. Qualcuno ha detto che c’è il samaritano del giorno dopo, cioè, rifacendosi alla nota parabola, quel samaritano non ha aiutato solo quel giorno, ma si è preoccupato di prendersi cura della persona anche nel giorno dopo e nel giorno dopo ancora, fino alla completa guarigione (ha dato soldi in anticipo all’albergatore).
È fondamentale, nel prendersi cura di qualcuno, la continuità, la costanza, la perseveranza. Un exploit non serve a niente, è un fuoco di paglia, non cura.
Una signora molto religiosa si voleva prendere cura di un ragazzo con problemi di abuso di sostanze stupefacenti e comportamenti trasgressivi. Questo ragazzo era stato abbandonato dai suoi familiari, esasperati. Momentaneamente era ospitato presso un centro, ma doveva essere dimesso. Gli operatori non sapevano dove collocarlo. Quella signora subitaneamente si era offerta di ospitarlo a casa sua, con la sua famiglia. Il ragazzo cominciò però ad uscire ed entrare dalla struttura in cui era collocato, a non collaborare, ad entrare frequentemente in conflitto con lei. Nel giro di un paio di mesi, quella signora non sapeva più che fine avesse fatto quel ragazzo: era esasperata e l’aveva abbandonato. La sua cura aveva resistito un paio di mesi. Quando si vuole amare una persona, non è detto che questa corrisponda alle nostre aspettative. Dobbiamo mettere in conto che ci deluderà, che probabilmente ci farà del male, che ci saranno degli alti e bassi nell’andamento verso gli obiettivi. Ecco perché l’utilizzo del termine volere amare. Amare implica volontà. Se c’è solo l’emozione, il sentimento si esaurisce presto. Amore è un cuore con un cervello: è fatto cioè di emozione, ma anche di razionalità. La razionalità porta con sé costanza, accoglienza, pazienza, realismo. Bisogna passare dalla persona ideale (ciò che pensavamo che fosse) a quella reale. L’ideale deve farsi carne. E se resistiamo a questa “incarnazione”, allora siamo sulla buona strada per amare quella persona. Il marito o la moglie sono un buon esempio di “incarnazione”!