lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Roma
01 ott 2015 00:00

Al Sinodo l’uomo e la famiglia di oggi

Il Sinodo dei vescovi che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, catalizzerà l’attenzione di tutti nelle prossime settimane. L'editoriale del n° 36 di Voce è di don Adriano Bianchi

Le attese non sono tante, di più. Il Sinodo dei vescovi che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, catalizzerà l’attenzione di tutti nelle prossime settimane. È già accaduto lo scorso anno con l’assemblea straordinaria dedicata a “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.

Cosa diranno i vescovi e cosa c’è nuovamente in gioco? Anzitutto l’idea di famiglia che la Chiesa cattolica insiste nell’annunciare. Il modo e il contenuto di questo annuncio è spesso contestato soprattutto in Occidente. Per molta parte dell’opinione pubblica, per il sistema mediatico, per la legislazione di molte nazioni, ciò che la Chiesa insite a proporre in nome del Vangelo e del diritto naturale è sorpassato o andrebbe almeno integrato. Non più una sola definizione di famiglia, di matrimonio, di unione, ma “inclusivamente” più famiglie, più matrimoni, più unioni. Inoltre c’è da aspettarsi dai vescovi un forte richiamo sulla centralità della famiglia “tradizionale” nella società e nel futuro del mondo. Qualcuno dirà, come già anticipato alla stampa, che è proprio la non adeguata rilevanza della funzione dell’istituto familiare il solo vero problema e che altri temi (compreso quello tipicamente pastorale dell’acceso ai sacramenti dei divorziati risposati) sono di fatto relativi. Una lettura limitante e su questo bisognerà fare attenzione. L’impressione infatti che il clima culturale, ma anche ecclesiale, chieda ai vescovi lo sforzo di maggiori argomentazioni che vadano oltre le dichiarazioni di principio è evidente. Ancora una volta il mondo è cambiato e il Vangelo da sempre esige un linguaggio nuovo, nuove categorie interpretative comprensibili e convincenti per gli uomini di oggi. È in fondo stato papa Francesco a chiedere alla Chiesa questo stile di verità e di chiarezza che non ammette più circonlocuzioni paludate, ma esige autenticità. In gioco c’è poi l’annuncio della misericordia di Dio.

Starà al Sinodo dare forma e sostanza alla sua declinazione nella quotidianità della vita famigliare e nelle relazioni affettive tra le persone. Troppe si sentono ferite, distanti ed escluse da essa. Tre settimane non sono molte e il 25 ottobre verrà presto. I vescovi e il Papa devono sapere che la Chiesa tutta li accompagnerà in questi giorni con la preghiera allo Spirito Santo. Lo faranno di certo i coniugi che camminano nella fedeltà, i loro bambini, le comunità cristiane, ma lo faranno di certo anche quei separati risposati o conviventi che non hanno smesso di voler essere parte della comunità cristiana, lo faranno quegli omosessuali cristiani e coloro che dalla Chiesa di oggi attendono ancora una buona notizia che scuota e indirizzi a Dio la loro vita.
01 ott 2015 00:00