Al lavoro per il dialogo
A Roma si è celebrato il 50° anniversario del primo storico incontro tra Paolo VI e Michael Ramsey, allora arcivescovo di Canterbury
Dalla preghiera comune con il Primate della Chiesa anglicana di pochi giorni fa nella chiesa dei Santi Andrea e Gregorio alla cerimonia congiunta con i rappresentanti della Federazione Luterana mondiale che si svolgerà a Lund in Svezia il 31 ottobre, papa Francesco è sempre più impegnato, su fronti diversi, per favorire il dialogo ecumenico e far crescere il rispetto e la collaborazione tra le diverse chiese. A Roma si è celebrato il 50° anniversario del primo storico incontro tra Paolo VI e Michael Ramsey, allora arcivescovo di Canterbury: in quell’occasione vennero poste le basi perché, nonostante ostacoli e difficoltà, i rapporti tra le due chiese cambiassero. Cinquant’anni dopo, non tutto è risolto e restano ancora punti di disaccordo, ma questo non deve scoraggiare perché la fede condivisa è più ampia delle divergenze e vi sono vasti campi di azione comune, da quello della preghiera a quello dell’impegno per la pace, per la carità e per la cura del creato a quello della missione. Ecco allora il senso del mandato che 38 Vescovi, uno anglicano e uno cattolico, hanno ricevuto durante la cerimonia perché, a due a due, nei loro Paesi sparsi nei vari continenti, annuncino“lo stesso messaggio gioioso del regno eterno di Dio” come ha detto il Papa.
Una cerimonia animata dal medesimo spirito sarà quella a cui parteciperà il Papa il 31 ottobre a Lund, dove, in spirito responsabilmente ecumenico, secondo le affermazioni del Segretario generale della Federazione Luterana mondiale, si commemoreranno i 500 anni della Riforma di Lutero, per ringraziare del cammino fin qui percorso sulla strada verso l’unità, per sperare che esso continui e si irrobustisca e per riconoscere, con umiltà, quanto c’è stato di sbagliato in passato. Anche in questo caso, il cuore dell’evento sarà una preghiera comune, sulla base di una guida liturgica cattolico-luterana elaborata da esponenti delle due chiese sulla scorta del documento Dal conflitto alla comunione del 2013. Un momento che si preannuncia intenso e di grande significato, soprattutto perché, con questo gesto, i ministri della Chiese ribadiranno, ancora una volta insieme, che le pur raffinate discussioni teologiche, da sole, rischiano di non produrre frutti, ma che esse devono essere accompagnate e sostenute dall’incontro cordiale, dalla disponibilità al perdono e dalla riconciliazione, con azioni concrete che si radicano nella fede in Gesù crocifisso e risorto.