Adriana Zarri: donna esemplare
Anni ‘90. Piccolo paese della provincia di Cuneo. Piccolo, ma capace di pensare in grande. Nella commissione di cui faccio parte, per un ciclo di incontri, viene proposto il nome di una donna. Non la conosco, ma subito mi incuriosiscono alcuni tratti della sua persona. Non avrei mai immaginato che, dopo tanto tempo, avrei avuto l’opportunità di scrivere di lei, ma, soprattutto, di approfondire la sua spiritualità.
Adriana Zarri (1919-2010), prima donna in Italia a scrivere di teologia, passa dal definirsi pubblicista e studiosa di teologia, a dire di sé: “In una cascina, in mezzo alla campagna, c’è un’eremita che prega”, per poi “asciugare” ancora l’affermazione: “In una casa c’è una persona che vive”. Tanto la preghiera è diventata la sua vita e la sua vita preghiera, da non riuscire a distinguerle. Non è una santa, nel senso canonico del termine, né, che io sappia, qualcuno ne diffonde il culto, ma è una donna appassionata che cerca la verità. E la Verità la sorprende come una folgore, afferrandola tutta e non lasciandola più: “Fu un lampo! Un lampo improvviso – racconta – che squarciò le tenebre della mia mente, nella quale si versarono torrenti di luce. In un istante io vidi Colui che avevo sempre cercato: lo conobbi, lo amai, fui sua”. Sceglie, o meglio, si lascia scegliere da un’esperienza concreta di Dio nella vita eremitica nelle campagne piemontesi, lei, la natura, il lavoro, gli animali e Dio in tutto ciò che fa, che è e incontra.
Il suo è il Dio Trinità che tutta la abbraccia e la bacia con infinita tenerezza, è il Dio che si fa carne in Gesù Cristo, grazie al quale la spiritualità non è quella delle grandi occasioni, ma una sorprendente possibilità feriale. Niente di ciò che viviamo esclude Dio, che si è incarnato per spianarci la via di accesso a Lui, infinitamente lontano da noi. “Signore – scrive – io non posso dimenticare che Tu hai un corpo divino, con le mani per sorridere e baciare, che la tua anima è scolpita in un viso, che la tua perfezione si modella in una figura, e il tuo amore batte in un cuore di carne, sorride in una bocca umana, accarezza con mani simili alle nostre”. Da quel lontano Natale di più di 2000 anni fa, “niente sarà più come prima – annota –. Da oggi, Dio, non sei più solo Dio; da oggi, uomo, non sei più solo uomo. Il grembo di una donna ha fatto nascere qualche cosa di nuovo, sulla terra e nel cielo”. Una vita, la sua, costantemente impastata di Terra, coinvolta in ogni sua lotta, e di quel Cielo, che le ha spalancato le porte e svelato un po’ dei suoi segreti. In una casa, c’era una donna, una mistica, che viveva. Un privilegio averla incontrata, un dono poterla leggere.