Accettare i genitori
“Mio papà è talmente rigido! Vuole sempre avere ragione. Faccio discussioni infinite con lui senza cavarne un ragno dal buco. Non riesco mai a fargli cambiare idea. E litighiamo sempre sulle stesse cose. Come posso fargli capire che…”. “Mia mamma, ancora alla mia età, vuole sapere sempre tutto. Mi fa sempre un sacco di domande. Devo sempre darle mille spiegazioni. Come posso fare per renderla meno invadente?”. “Mio padre, dicendo che mi deve dare dei consigli perché ha più esperienza di me, continua a dirmi ciò che devo e non devo fare. Non ne posso più!”. Sono solo alcuni dei problemi che figli già adulti lamentano nei confronti dei genitori. Di fondo li accomuna la richiesta, più o meno esplicita: “Come posso cambiare mio padre / mia madre?”. I genitori non si scelgono…e non si cambiano.
L’obiettivo nella problematica che un figlio ha con un genitore non è quello di cambiare il genitore, ma di gestire al meglio la situazione. Ma come si fa? La parola d’ordine è l’accettazione. Un figlio adulto supererà qualsiasi problema con un genitore se riuscirà ad accettarlo. Da evitare infinite discussioni, portatrici poi di tanta rabbia e sensi di colpa. La vera emancipazione dai genitori è quando non si sente più rabbia nei loro confronti, ma li si accetta per quello che sono, con le loro imperfezioni, i loro errori, le ferite che hanno inflitto (generalmente non intenzionali). La vera emancipazione di un figlio dai genitori è quando depone le armi. E deporre le armi, in questo caso, significa vincere. Vincere perché ci si libererà dai sentimenti negativi e si sentirà benessere. Non si consumeranno più allora energie per combattere un padre o una madre, ma, emancipati, si convoglieranno su una crescita personale, meno vincolata dalle interferenze dei genitori. Emanciparsi dai genitori non vuol dire abbandonarli, ma avere un rapporto più equilibrato, foriero di serenità per entrambe le parti. Il conflitto con i genitori è sano in adolescenza, ma non deve certo caratterizzare un adulto.