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di CARMINE TRECROCI 11 gen 2024 16:13

Accelerare la decarbonizzazione

Alle attività d’impresa si deve una quota sostanziosa delle emissioni di gas serra della nostra provincia. Per i circa 11 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti emessi annualmente in atmosfera (dati ARPA – INEMAR), i quattro macrosettori più rilevanti sono le combustioni industriali (25%), i trasporti su strada (23%), agricoltura e allevamento (19%), le combustioni non industriali (essenzialmente riscaldamento ad usi civili, 16%). L’impatto emissivo del settore agro-zootecnico è diretto, così come quello dei trasporti e del riscaldamento, dipende dai combustibili bruciati. Tutti da ridurre drasticamente. La nostra produzione di acciaio avviene attraverso forni elettrici, a più basso impatto ambientale rispetto ai processi tradizionali, si basa sul recupero e riciclo dei rottami ferrosi ed è, pertanto, un riferimento molto positivo anche per l’economia circolare. Valutazioni simili possono essere fatte per la metallurgia dei metalli non ferrosi e della ghisa, secondo valori altrettanto rilevanti. Questi settori hanno, tuttavia, rilevanti consumi di energia elettrica e metano, quindi al momento fortemente impattanti in termini di effetto serra.

La conversione dei processi “hard to abate” può avvenire lungo due strade principali, oltre che attraverso ulteriori guadagni di efficienza. I fabbisogni elettrici dovranno essere soddisfatti prevalentemente con fonti rinnovabili, il che richiede una decisa accelerazione locale e nazionale nell’installazione di fotovoltaico, idroelettrico ed eolico. I consumi di metano, invece, a più lungo termine possono essere elettrificati o sostituiti con il vettore energetico idrogeno. Entrambe le soluzioni implicano un’adeguata disponibilità di potenza elettrica rinnovabile, di molto superiore a quella dispiegata ai tassi di installazione degli ultimi anni. La nostra provincia rappresenta un esempio virtuoso nell’economia circolare dell’Italia. Il mantenimento di questa posizione anche in un’economia a basse emissioni necessita di infrastrutture, investimenti, programmazione, ma soprattutto di coordinamento e collaborazione tra tutti gli attori dell’economia, della ricerca e delle istituzioni. Occorre realizzare un cambio di paradigma e di orientamento, in grado di facilitare le trasformazioni e catalizzare sinergie tra industria, ricerca e sviluppo, società civile. Sicuramente tra le missioni più sensate per l’auspicata Cittadella dell’Innovazione Sostenibile.

CARMINE TRECROCI 11 gen 2024 16:13