Accampati fuori dalla vita
Ci sono luoghi in cui il futuro abita. La scuola è uno di quelli. L’università, per definizione, ancora di più: è il luogo dove prepararsi con la testa (e si spera con il cuore) al futuro, personale e sociale. Vedere studenti che piantano le tende davanti all’università per difendere la propria possibilità di studiare stride con il futuro che il percorso formativo dovrebbe difendere. Non entro nella questione, mi limito a registrarne l’esistenza.
Non possono pagare casa per studiare, dicono loro, perché troppo cara e spesso indecente. Secondo qualcun altro, solo per citare una delle diverse sensibilità in campo, il diritto allo studio non può contemplare anche il diritto alla casa. I problemi sono sempre complessi, ovviamente. Auguro a chi li dovrà affrontare di trovare i giusti equilibri e le possibili soluzioni, includendo sempre e comunque il futuro come uno dei beni preziosi che dobbiamo imparare a valutare con più decisione. Preservare le condizioni migliori per cui uno studente un domani può essere un miglior medico, o un miglior ingegnere, o un miglior architetto, o un miglior professore… non è tanto un privilegio del singolo, quanto un interesse della società. Perché a furia di non pensare in questa direzione, ci ritroveremo tutti accampati fuori dalla vita.