Abbiamo detto Messa
All’ora in cui i canonici della cattedrale erano riuniti per la preghiera del vespro, si avvertì una scossa di terremoto. Allora, uno dei sacerdoti impaurito esclamò: “Forza, mettiamoci a pregare!”. A quel punto, il più anziano replicò candidamente: “Stiamo già pregando”.
La simpatica storiella è un invito a riflettere sull’essenza della liturgia, soprattutto in riferimento ad altre forme di preghiera: personale, devozionale, spontanea. Sì, perché si assiste, non di rado, all’introduzione spontanea, nella celebrazione eucaristica, di preghiere devozionali quali l’Eterno riposo, l’Ave Maria, come se fino a quel momento non si fosse pregato, ma compiuto “solo” un rito. In altre parole: “Abbiamo celebrato la Messa, ora preghiamo!”. Senza nulla togliere a queste importanti preghiere che alimentano la fede, tanto da portare i Padri conciliari a dire che “la vita spirituale (…) non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia” (SC 12), credo sia interessante osservare che il Rito della Messa contempla sempre la Vergine Maria e ricorda i defunti specialmente nelle Preghiere eucaristiche. Nella seconda preghiera eucaristica, si ricorda l’incarnazione del Verbo nella Vergine Maria: si tratta di una menzione antica che unisce il mistero eucaristico all’Incarnazione. Lo stesso ricordo si trova dopo il Sanctus nella quarta preghiera eucaristica. La memoria di Maria riveste poi una peculiare accentuazione escatologica ed esprime il desiderio della Chiesa di condividere con la Madre l’eredità di Figli: “…donaci di aver parte alla vita eterna insieme con la Beata Maria, Vergine e Madre di Dio”, “…concedi di ottenere con la Beata Maria… l’eredità eterna del tuo regno”. Ugualmente, la liturgia prega sempre anche per i defunti, come ben esprime la seconda e terza preghiera eucaristica: “Accogli nel tuo regno i nostri fratelli e sorelle defunti, e tutti coloro che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria”; “Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e, nella tua misericordia, di tutti i defunti…”. Aggiungere preghiere extra liturgiche, anche per ragioni pastorali è, pertanto, un’azione che espone al rischio di creare confusione tra preghiera devozionale e preghiera liturgica, la quale è per sua natura di gran lunga superiore (SC 13) ed è “insieme sacrificio di lode, d’azione di grazie, di propiziazione e di espiazione” (OGMR 2), alla quale nulla manca e nulla è superfluo.