Paolo Jannacci: tra jazz e canzoni d'autore
Dopo l’inaugurazione dello scorso weekend la stagione del teatro Renato Borsoni, sorto sulle ceneri dell'Ideal Clima, azienda di caldaie e termosifoni che ha chiuso i battenti nel primo decennio del nuovo millennio, parte con il primo vero evento. Ad aprire le danze Paolo Jannacci con la sua band, per il tributo al papà: "In concerto con Enzo. Una serata tra musica jazz e canzoni d'autore". Pubblico delle grandi occasioni per un concerto molto atteso, che ha fatto registrare il tutto esaurito. In platea anche il primo cittadino Laura Castelletti, che ha così potuto vedere una via Milano finalmente luminosa, vivace ed eterogenea, oltre che gustare musica per palati fini. Enzo Jannacci è stato uno dei grandi mattatori della scena italiana dagli anni ’50 in poi ed ha trasmesso al figlio il talento, l’amore e la passione per la musica. Paolo ne ha raccolto il testimone e continua sulla scia tracciata dal papà, contribuendo così a tenere vive le canzoni, il pathos, la carica umana e la profondità anche spirituale di uno dei geni del cantautorato italiano. Un concerto che ha risposto perfettamente al titolo della serata, miscelando in dosi uguali il jazz e la canzone d’autore. L’inizio è in chiave jazz, con una lunga intro strumentale, cui è seguito un altro pezzo strumentale di Paolo Jannacci, l’ottimo “Latinamente”. Poi, gradualmente, l’anima di Enzo Jannacci è entrata nel teatro Borsoni attraverso brani come “Faceva il palo”, la bellissima “Io e te” e la biblica “L’Armando”. La struggente “Parigi” è stata uno dei due omaggi al maestro Paolo Conte (il secondo è stato la celeberrima “Bartali”, eseguita come secondo bis della serata). La prima parte della serata si è mossa su registri intimistici, mentre la seconda, a partire dall’entusiasmante medley “E la vita / Ci vuole orecchio / Messico e nuvole” si è sviluppata con un crescendo musicale straordinario, che ha visto la storica band di Enzo (Stefano Bagnoli alla batteria e percussioni, Marco Ricci al contrabbasso e basso elettrico e Daniele Moretto alla tromba / flicorno e cori) sbizzarrirsi in assoli di alta scuola. Alla fine, calorosi applausi alla band e a Paolo, che ha concesso il terzo bis “solo per Brescia”, regalando una perla del papà del 1965, la splendida “Sfiorisci bel fiore”, cantata con una intensità ed un trasporto da brividi. Ottimo inizio per un teatro che potrà offrire ulteriori proposte culturali alla città, contribuendo ad infondere nuova linfa ad una via Milano che forse attendeva questa opportunità per rilanciarsi definitivamente.