Sospeso Tour: il concerto di Pedrini è una festa
Per i bresciani il ritorno di Omar Pedrini in concerto a Brescia è sempre una festa e una grande gioia. Omar è bresciano del quartiere di Urago Mella, nella periferia ovest della città. Ed è forse proprio per il fatto di essere nato e cresciuto nel piccolo mondo della periferia di una città di provincia, all’epoca immersa nel lavoro e distratta rispetto all’arte, che ha spinto Omar a cercare la vita altrove, prima con la mente e con i sogni di rock ‘n’ roll e poi anche fisicamente. I primi viaggi musicali a Milano, all’epoca, negli anni ’80, trampolino di lancio per la carriera musicale, poi i tour europei con i Timoria lo hanno portato a vivere spesso lontano dalla natia Brescia. Ora vive a Milano ma il legame con la sua città, con il suo quartiere, con il suo amato Brescia calcio e con la ricchezza della cultura bresciana non sono venuti mai meno, nemmeno nei momenti in cui era all’apice del successo. Un amore indissolubile, che si è percepito nettamente nella data d’esordio del “Sospeso tour”, Venerdì 16 Giugno in Castello a Brescia. Di fronte ad un pubblico discretamente numeroso (500 persone) ma soprattutto molto caloroso, Omar ha ricambiato l’affetto percepito dandosi letteralmente in pasto ai suoi fans, incurante dei recenti cinque interventi al cuore subiti negli ultimi mesi. Introdotto dal brano d’atmosfera “Wings of the dawn” Omar Pedrini è entrato in scena con la sua band, costituita da Carlo Poddighe (chitarra, tastiere, voce), Stefano Malchiodi (batteria), Mirco Pantano (basso), Simone Zoni (chitarra, voce) e Davide Apollo (special guest alla voce) ed ha subito attaccato “Nina (meno male che ci sei)”, scatenando al termine del brano gli Alè oh oh del pubblico, giunto in buona parte dalle provincie e regioni circostanti. Il concerto è servito ad Omar per rodare la band e per testare live alcune canzoni del nuovo album appena pubblicato, “Sospeso”, distribuito con il classico firmacopie sabato 17 Giugno presso lo storico negozio Pinto dischi, affollato di fans e amici del rocker bresciano.
Il concerto è stata una carrellata tra i classici dei Timoria e di Omar Pedrini con l’esecuzione di tre canzoni tratte da “Sospeso”. Un concerto ad alto tasso emozionale, nel quale Omar Pedrini si è concesso come suo solito con grande generosità, dialogando col pubblico, sorridendo e scherzando, segno di entusiasmo e di una serenità artistica e personale invidiabile. Dopo “Verso oriente” e “Che ci vado a fare a Londra?” ecco accennare “Shine on you crazy diamods” degli amati Pink Floyd, prima di dedicare al genio di Gianni Sassi (milanese illustre, uomo d’arte e di musica che portò a Sanremo i Timoria) “Frankestein”. E’ il momento di far salire l’ottimo Davide Apollo, front man della Timoria official tribute band dei Precious Time, nome tratto da quello della band che diede poi vita ai Timoria. Davide Apolli è ultimamente una presenza costante nei concerti di Omar, la sua voce potente riesce a regalare il giusto tono ai brani dei Timoria, restituendo antiche fibrillazioni a chi ha amato la band bresciana ora definitivamente dissolta, falliti (non per colpa di Omar!) i tentativi di ricostituirla. La sera diventa sempre più torrida e magica, si mescolano i viaggi musicali ad “Amsterdam” ai ricordi legati ai luoghi e agli amici d’infanzia (Grazie Urago!I vecchi leoni ci sono ancora?),mentre la band si mostra potente ed elegante allo stesso tempo. Carlo Poddighe duetta con Omar in un assolo chitarristico da brividi, quindi una bella versione di “Freedom”, uno dei cavalli di battaglia dei Timoria, cantata con i Mazyopera, che avevano aperto la serata. Arriva poi il primo singolo di “Sospeso”, dal titolo incredibilmente attuale, “Diluvio universale”, che è già diventato l’inno dei ragazzi emiliani amici di Omar, cui il brano è dedicato. Omar esce e rientra con la maglietta originale di Roberto Baggio, l’amatissimo campione che ha concluso la sua carriera a Brescia, ed è inevitabile cantare “Nel biancoblu”, un tempo inno ufficiale del Brescia, rimasto nel cuore dei tifosi bresciani, presenti numerosi alla serata, con tanto di cori e bandierone. Toccante l’omaggio al padre dei cantautori bresciani Francesco Braghini, recentemente scomparso, cui Omar dedica, cantandola in dialetto bresciano, la sua canzone più nota, “Brèssa me bèla cità”, Chiusura con tre pezzi stratosferici, la mitica “Sangue impazzito”, “Sole spento” dei Timoria post Renga, con la partecipazione vocale della cantante bresciana Sam Delacroix e “Impressioni di Settembre” della PFM, con testo di Mogol, tra le prime canzoni ambientaliste del rock italiano. Le luci del palco si spengono e sembrano accendersi le stelle che osservano la fortezza del castello, felici anche loro del ritorno a Brescia di un artista speciale, che non si nasconde mai, mette sempre in campo tutto se stesso riuscendo a creare una sintonia rara con il suo pubblico. Un concerto splendido, intriso di brescianità, di rock ottimamente suonato e di canzoni memorabili, che diventano anche canzoni terapeutiche, che fanno star bene, che anche quando sono nostalgiche allontanano la tristezza e restituiscono la voglia di vivere. "Sangue impazzito, che mi spinge fino a voi. Correte di più, sognando un futuro così".