Luce per il mondo, le Clarisse in vetta
Dalla quiete monastica al clamore della celebrità: è stata una vera e propria rivoluzione quella capitata nel giro poche settimane a ventitré clarisse, in Inghilterra. A togliere dall’anonimato assoluto le Poor Clares of Arundel, villaggio di nemmeno 4 mila anime immerso nella campagna inglese, 100 km a sud-ovest di Londra, è stato l’album “Light For The World” (Decca Records).
Pubblicato a ottobre, nel Regno Unito il disco, in cui le monache interpretano canti gregoriani, inni sacri, scritti di san Francesco e santa Chiara su melodie elettroniche, si era piazzato all’istante in testa alla classifica di musica classica, quindi ha raggiunto il quinto posto nella pop chart (superando superstar come Taylor Swift) per poi conquistare mezzo globo. “Mai ci saremmo aspettate risultati del genere” racconta al telefono suor Gabriel, originaria di Newcastle, che passa subito la parola a suor Geraldine-Marie, francese: “Ciò che ci stupisce di più non è il numero di copie vendute, ma di persone coinvolte. Sapere che abbiamo toccato così tanti cuori spalanca i nostri e li riempie di gioia”.
Quanto vi ha cambiato la vita questo successo?
Suor Gabriel (G): Escluse le interviste, per nulla. La nostra quotidianità è quella di sempre, da quando è nato il convento nel 1886, secondo la regola del 1253 di santa Chiara: ci svegliamo alle 5.30 (mezz’ora prima in estate), facciamo colazione e ci dedichiamo a un’ora meditazione per trovare il nostro centro interiore. Più tardi ci riuniamo in preghiera nella cappella dove, due volte a settimana, celebriamo messa. Il resto della giornata trascorre immerso nel lavoro, tra cucina, orto e direzione spirituale, che ora offriamo via Zoom. Pranzo e cena si svolgono in silenzio mentre una sorella legge a voce alta dei testi religiosi; tre volte a settimana ci concediamo una ricreazione pomeridiana per chiacchierare liberamente e aggiornarci sulle questioni personali.
Suor Geraldine-Marie (G-M): Anche il tempo che destiniamo alla corrispondenza, tradizionale oppure online, è diverso, molto diverso: dall’uscita dell’album, lettere e mail sono aumentate in maniera esponenziale, richieste di preghiere in particolare. Chi ci scrive, riceverà risposta: chiediamo soltanto di avere un po’ di pazienza nell’attesa.
Siamo felici di sapere che abbiamo coinvolto i giovani, attirati dal suono moderno di tastiere e sintetizzatori e dalla spiritualità dei testi: la loro anima ha sete di amore. I ragazzi, però, non ci contattano direttamente, la scrittura è quasi innaturale per le ultime generazioni: interagiscono su YouTube, più pratico e immediato.
Non sarà stato facile decidere di stravolgere questa routine secolare per registrare il disco…
Suor G-M: “Proprio così. Abbiamo dato conferma ai produttori e compositori James Morgan e Juliette Pochin, artefici della proposta, dopo avere riflettuto a lungo. A ragione: il progetto, in seguito, si è rivelato davvero impegnativo dal punto di vista fisico e mentale. Se, all’inizio, avevamo posto come condizione imprescindibile la partecipazione di tutte noi – dai 47 ai 93 anni di età – presto ci siamo rese conto che alcune sorelle mancavano delle energie necessarie a presenziare. Ha aderito in maniera attiva al coro la metà di noi: il disco ha richiesto 6 mesi di lavorazione, l’abbiamo ultimato a marzo del 2020.
Nel momento in cui la pandemia stava scoppiando…
Suor G: L’abbiamo interpretato come un segno. Il titolo (Luce Per il Mondo, ndr) racchiude appieno l’essenza delle 16 tracce. Di certo non avevamo l’obiettivo di diventare famose: oltre a mostrare la nostra realtà e lasciare una sorta di eredità alla comunità e agli amici,
l’intenzione era di donare un attimo di pace, serenità e speranza al mondo sconvolto dal coronavirus,
perché siamo tutti devastati e tormentati dal dolore e dalle misure di sicurezza, in primo luogo l’isolamento forzato, che causa da un anno. Il virus ha creato un disagio psicologico generale, persino a coloro che non sono stati colpiti dalla malattia. Tra i problemi sorti, c’è la difficoltà a dormire: dal 19 marzo, in occasione della Giornata del sonno, è disponibile una versione speciale del disco della durata di 8 ore – suddivise nelle sezioni Vespera, Nocte, Aurora e Lux – che segue le fasi del riposo.
Sentite di adempiere una nuova missione, dopo “Light For The World”?
Suor G-M: No, la responsabilità rimane identica: pregare per le singole persone e per l’umanità intera. “Cantare è proprio di chi ama” scrisse sant’Agostino: l’album è uno strumento con il quale connetterci con chi soffre e aiutare il prossimo. Anche dal lato materiale: devolveremo l’intero ricavato delle vendite in beneficenza.
Come hanno recepito l’iniziativa i vostri superiori?
Suor G: Bene, crediamo: nessuno si è pronunciato. Tantissime sorelle, invece, ci hanno espresso approvazione e benevolenza. Il Papa? Chissà che non ci dia presto riscontro! (Ride, ndr).
Papa Francesco ha scelto il suo nome in onore del santo di Assisi, voi seguite i precetti di santa Chiara: perché questi due santi oggi sono attuali?
Suor G: Perché la loro epoca assomiglia molto alla nostra. Il Duecento fu un periodo di grande trasformazione economica e sociale, la stessa che stiamo subendo a causa del Covid-19: adesso come allora emerge forte il bisogno di condivisione e fratellanza. E poi perché il Vangelo, sul quale Francesco e Chiara improntarono la loro esistenza, è sempre attuale.
Siamo in pieno tempo pasquale: qual è il messaggio delle clarisse di Arundel?
Suor G-M: Saremo costretti ad affrontare altri giorni complicati e angosciosi. Nella nostra passione, lasciamoci guidare da Gesù Cristo: la crocifissione, culmine del supplizio, lo condusse alla resurrezione.
Quando siamo disperati, afflitti e stanchi, la sua esperienza di uomo ci insegna a non abbatterci, a credere nella vita e in un posto migliore. Sicuri che, nelle mani del Signore, tutto andrà bene.