Architettura, musica e pittura alla Pace
La lunga vita musicale presso i Padri della Pace viene raccontata, giovedì 16 novembre alle 20.45, nella chiesa della Pace da Mariella Sala. All'organo si esibisce Enrico Sandrini
Riassumere la lunga vita musicale dei Padri della Pace è una occasione felice per sottolineare quanta importanza la Congregazione abbia sempre attribuito alla musica, elemento ritenuto fondamentale per completare le funzioni religiose. La Pace è sempre stata fra le chiese cittadine che hanno coltivato con maggiore attenzione la musica, di certo più di quanto facesse la Cattedrale e forse a pari merito con quanto proposto dalla Basilica delle Grazie. Non dobbiamo dimenticare che il fondatore della Congregazione, San Filippo Neri, aveva introdotto negli oratori “tra gli esercizi gravi fatti da persone gravi la piacevolezza della musica spirituale”, dichiarando così chiaramente la funzione ammaliante della musica sui fedeli.
Molte testimonianze possiamo elencare di questa significativa lungimiranza. I due Libri per la musica ci tramandano esattamente le spese ordinarie e quelle straordinarie che i Padri si accollavano – nel corso del 1700 - per avere una cappella musicale ma anche tanti esecutori (cantanti e strumentisti) spesso forestieri per adornare al meglio le funzioni. Molti nomi passano in questi libri: dai due Taglietti, Giulio e Luigi, il primo al violino l’altro al violoncello, ai maestri di cappella Paris Francesco Alghisi e Pietro Baldassari, dal soprano Francesco Valdata, ai due Pollarolo (Paolo e Orazio) quali organisti. Nomi importanti figurano fra i musicisti straordinari: da Francesco Grisi, soprano di chiara fama ad Antonio Vivaldi che con il suo papà venne a suonare il violino nel 1711. E può darsi che anche fra quelli meno conosciuti si celi qualcuno che abbia poi avuto una carriera luminosa fuori Brescia, come l’oboista Matteo Bissoli del quale fra pochi giorni sarà presentata alla Pace la biografia.
Fra alti e bassi di origine politica e, naturalmente, economica, la tradizione è andata avanti per secoli. Per l’Ottocento vale la pena ricordare Antonio Bazzini che – giovinetto – dedicava alcune composizioni sacre al prefetto della musica, Filippo Maggi, nel 1838. Oltre a lui, Enea Chiarini, Bartolomeo Bresciani, Bartolomeo Plona e Isidoro Capitanio portarono la Pace nel Novecento, secolo per il quale rimane nella memoria di molti la longeva attività del maestro Giulio Tonelli.
Ma la Pace fu anche sede di prestigiosi concerti. Molti degli appuntamenti delle Settimane di Musica barocca trovarono splendida cornice nella chiesa o nel salone Bevilacqua (1972-1982, a cadenza biennale); inoltre, nel 1975, dopo l’ampliamento dell’organo Amati e con la fondazione dell’Associazione musicale “Amici della Pace”, si diede inizio ai fortunati cicli di concerti – in massima parte organistici – che richiamarono pubblico numeroso per ascolti preziosi, con esecutori davvero celebri e programmi spesso di grande levatura. Per venticinque anni le stagioni degli “Amici della Pace” furono frequentatissime. I tempi poi cambiarono, le risorse finanziarie e fisiche vennero meno, e l’Associazione dovette chiudere.
Speriamo che l’attività culturale alla Pace possa riprendere con lo stesso entusiasmo e la stessa passione di allora.
La conversazione di giovedì 16 novembre alle 20.45 nella chiesa della Pace è affidata a Mariella Sala; all’organo Enrico Sandrini.