10 canzoni: il primo disco di Ale Calabrese
Si vola. Giovedì 24 ottobre un enorme aeroplano posizionato sul palco di Hangar 68, in via Zara, ha vegliato sul concerto del cantautore Ale Calabrese, di fronte a centinaia di persone. Classe 1981, Ale fa l’attore di mestiere, da tanti anni. E scrive canzoni, da tanti anni. Le suona con altri musicisti, con i suoi amici, con la sua famiglia. Suonare con Ale è proprio come far parte di una grande famiglia, come essere invitati a una festa diffusa, un luogo sicuro dove nascono le prime note, nelle notti passate a cercare le parole giuste, il suono migliore, l’arrangiamento che tira.
Così è stato per tanti anni. Ma ultimamente questa festa si è allargata: era necessario registrare un disco che mettesse nero su bianco i colori delle sue canzoni. Un concentrato di poesia, amore, sofferenza, gioia, ironia… E così è nato da pochi giorni il primo disco ufficiale di Ale Calabrese, “10 canzoni”. Lo troviamo su Spotify, inoltre sul sito www.alecalabrese.it possiamo ordinare il cd e la musicassetta.
Le canzoni di Ale volano attraverso la sua vita, dall’infanzia segnata dalla scomparsa della madre, all’adolescenza illuminata dalla fidanzata - ora moglie - Laura; dai paradossi della nostra società, alla pace del volto di Dio. Ci testimoniano la bellezza commovente della vita, ci fanno ricordare quei fugaci momenti in cui abbiamo capito, in cui abbiamo vissuto veramente.
Sul palco di Hangar 68, insieme ad Ale c’erano tanti musicisti: alcuni, suoi amici di sempre, hanno abbracciato la musica proprio grazie alla sua passione travolgente per ciò che è bello e vero. Essendo, come lui stesso si definisce, un “cantattore”, Ale ha incastonato le sue canzoni in monologhi e narrazioni, accompagnando il suo pubblico in un volo tra arte, spirito e concretezza.
D’altronde, è questa la missione di un artista: arrivare al cuore delle persone e suscitare in loro una rivoluzione di verità, un momento di intima lucidità nel quale ritrovare un pezzo di se stessi. Le canzoni di Ale sono grimaldelli che aprono il nostro cuore e lo fanno risuonare, lo fanno vibrare con le stesse frequenze: una terapia musicale che risveglia quel fanciullino interiore che Pascoli descriveva come quella parte di noi che “tiene fissa la sua antica serena maraviglia”. E’ proprio questo l’augurio che riceviamo ascoltando “10 canzoni”, quello di ritrovare la nostra essenza, la nostra prima impronta, ripartendo dalla grandiosa semplicità di ciò che è quotidiano e quindi straordinario.
Come recita il testo del brano “Cilla”, presente nel disco: “Sento di nuovo il fantastico gusto delle microscopiche cose”.