Una cooperativa agricola per migliorare la vita
Nel 2010, un gruppo di donne di Makebuko, con l’aiuto dei Frati Carmelitani Scalzi, dà avvio ad una cooperativa agricola con l’obiettivo di migliorare la propria condizione di vita e quella delle proprie famiglie. Successivamente, un incontro, che diventa ben presto amicizia e condivisione, tra Punto Missione e padre Zacharia, Vicario regionale di Burundi-Rwanda, permette al progetto di “crescere”.
Tutto ha inizio nel 2017, quando Fondazione Punto Missione è volata in Burundi, il quinto paese più povero al mondo dove l’80% della popolazione vive con meno di 1$ al giorno. Qui è l’agricoltura a sostenere l’economia familiare e la fragile economia nazionale. Si tratta di un’agricoltura condotta perlopiù con metodi tradizionali a basse rese produttive, tipiche di un’agricoltura di sussistenza. Sono le donne ad occuparsi del lavoro agricolo, fonte primaria per il sostentamento famigliare.
A Makebuko, un piccolo comune situato in provincia di Gitega, opera e lavora la cooperativa agricola femminile Imbura Makebuko, nata su spinta dei Frati Carmelitani, all’interno della quale 37 associate lavorano comunitariamente quattro ettari di terreno, coltivando e commercializzando frutta e ortaggi e allevando vacche e maiali.
"Iniziamo allora a mettere in atto un’intensa attività di studio, di approfondimenti tecnici, di consulenze specifiche, ma soprattutto di rapporti preliminari con fondazioni, istituzioni e associazioni quali possibili enti finanziatori di un progetto finalizzato ad un efficace sistema di pompaggio, raccolta e canalizzazione dell’acqua e allo sviluppo di un modello di pianificazione e gestione economico-amministrativa delle linee produttive in atto - fanno sapere da Fobdazione Punto Missione -. Grazie alla disponibilità di risorse economiche ottenute da privati, fondazioni ed aziende, a inizio 2019 iniziano i primi lavori e le prime attività. La trivellazione del terreno ha subito buon esito e l’acqua viene trovata a 71m di profondità e nei mesi seguenti viene costruita la cisterna per la raccolta dell’acqua vengono installati il sistema di canalizzazione dell’acqua e gli irrigatori".
La produzione agricola è aumentata del 30%, incremento dovuto all’irrigazione che permette di coltivare fuori stagione e in parte anche ad una migliore gestione e programmazione dei tempi di semina e dei turni di lavoro delle associate. I ricavi dalle vendite sono aumentati quasi del 50% grazie ad una maggior produzione. Le donne associate hanno acquisito più motivazione, più vedono i risultati e più acquistano fiducia nel progetto e nell’associazione. Le tecniche da loro apprese vengono applicate anche negli appezzamenti privati, le associate riconoscono una maggiore resa dei propri orti e terreni grazie a ciò che appreso. Con questo progetto, infatti, hanno visto realizzarsi un cambiamento che forse, fino a qualche tempo fa, non speravano e questo ha contribuito a dare nuovo slancio alla cooperativa. Seppur le difficoltà nel tenere unita e motivata la cooperativa non manchino, si percepisce un cambiamento di mentalità e si comincia a ragionare in termini di sviluppo anziché di sussistenza, ma anche di modalità comunitaria e condivisa nell’affrontare le grandi sfide della vita personale, familiare e sociale in quel paese africano.
"Continueremo a supportare la Cooperativa Imbura Makebuko nel processo di empowerment e di formazione - concludono gli organizzatori -. Inoltre, nelle prossime settimane verranno installati i pannelli solari che permetteranno il funzionamento del sistema di irrigazione garantendo una transizione ecologica senza l’utilizzo del carburante".